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Glossario: lettera H


handbike

L'handbike è un mezzo di locomozione, che può essere comparato alla bicicletta, utilizzato dalle persone con disabilità con l’ausilio della forza delle braccia. La versione da corsa è formata da un telaio con un sedile, sul quale chi la usa può posizionarsi seduto o sdraiato. Al telaio sono fissate tre ruote, una anteriore e due posteriori. La ruota anteriore presenta una peculiarità: così come nelle tradizionali biciclette è collegata allo sterzo e si occupa di dare la direzione al mezzo, essa è pure responsabile della forza motrice in quanto collegata alle pedivelle mediante la catena. Esiste inoltre anche un modello che può essere agganciato alla carrozzina e viene utilizzato per spostamenti di carattere sportivo.

(Da: www.bikeitalia.it)

handicap
Vedi «handicap (stato di)».
handicap (definizione)

La parola «handicap», etimologicamente, deriva da un antico gioco d’azzardo irlandese secondo il quale era necessario mettere la “mano nel cappello” («hand in cap»). Era una sorta di lotteria in cui c’erano dei premi da sorteggiare: il fortunato che estraeva dal cappello il numero vincente era tenuto ad offrire un premio di consolazione agli altri scommettitori meno favoriti dalla sorte.

Entrata, successivamente, nel gergo sportivo, la parola «handicap» ha preso ad indicare una regola del gioco che, per compensare disparità e disuguaglianze, attribuisce a ciascuno dei contendenti vantaggi e svantaggi differenziati a seconda delle loro qualità. Nelle gare ippiche, ad esempio, si penalizza con un peso il cavallo migliore, quello più giovane e forte in modo che ai cavalli meno dotati siano garantite condizioni iniziali più vantaggiose. Alla partenza, dunque, tutti i concorrenti sono in una posizione di relativa parità.

Coniato per indicare uno svantaggio da bilanciare nelle competizioni sportive, il termine «handicap» è passato nel linguaggio comune per indicare un'insufficienza che comporta una condizione di inferiorità e di svantaggio.

Il termine «handicap», quindi, non è un'espressione scientifica, ma una parola che accomuna sotto la stessa etichetta aspetti diversi.

Se riferito ad una persona, l’handicap indica in modo grossolano qualsiasi affezione derivante da lesioni, menomazioni, disturbo o difficoltà.

All’inizio degli anni Novanta, in Italia, il termine «handicap» diventa ufficiale attraverso la Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» da cui scaturiscono i due concetti di «stato di handicap» e «stato di handicap in situazione di gravità».

La definizione della Legge n. 104/1992, in realtà, si rifà alla «Classificazione Internazionale delle Menomazioni, della Disabilità e degli Handicap» (nota come «ICIDH») dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 1980, che intende lo stato di handicap come uno svantaggio sociale che deriva da menomazione o disabilità, tale da limitare o impedire la possibilità di ricoprire nella società un ruolo considerato normale in base all'età e al sesso della persona, oltre che ai fattori culturali e sociali.

Nel 2001, però, l'OMS, nella «Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute (ICF)» ha deciso di «abbandonare totalmente il termine "handicap" - data la sua connotazione peggiorativa» nei confronti delle persone, preferendo – conseguentemente e coerentemente con il nuovo concetto di «disabilità» proposto nell’ottica del modello «bio-psico-sociale» – la dizione «persona con disabilità».

handicap (stato di)

Lo «stato di handicap» è così definito dall'articolo 3, comma 1, della Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate».

«È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione».

Lo «stato di handicap» è uno dei possibili esisti dell'«accertamento dello stato di handicap», previsto dall'articolo 4 della Legge n. 104/1992 e dà diritto alle persone con disabilità ad accedere ad una serie di agevolazioni in ambito fiscale, sociale e lavorativo. Si consiglia di visitare la scheda dell'accertamento dello stato di handicap nell'apposita sezione del Servizio Contact Center, nonché quella delle agevolazioni previste.

Vedi anche «handicap in situazione di gravità (stato di)»
Vedi anche «handicap (definizione)»

handicap grave
Vedere «handicap in situazione di gravità (stato di)».
handicap in situazione di gravità (stato di)

Lo «stato di handicap in situazione di gravità» è così definito dall'articolo 3, comma 3, della Legge n. 104 del 5 febbraio 1992, «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate».

«Qualora la minorazione, singola o plurima abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione».

Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.

Lo «stato di handicap in situazione di gravità» è uno dei possibili esisti dell'«accertamento dello stato di handicap», previsto dall'articolo 4 della Legge n. 104/1992 e dà diritto alle persone con disabilità ad accedere ad una serie di agevolazioni in ambito fiscale, sociale e lavorativo. Si consiglia di visitare la scheda dell'accertamento dello stato di handicap nell'apposita sezione del Servizio Contact Center, nonché quella delle agevolazioni previste.

Vedi anche «handicap (stato di)».

handicappato
Vedere sotto «handicap».
HDL (lipoproteine a densità alta)
le HDL rimuovono il colesterolo in eccesso dalle arterie riportandolo al fegato (colesterolo buono).

hospice (centro residenziale di cure palliative)

Il termine inglese «hospice» indica un centro residenziale di cure palliative. È una struttura sanitaria residenziale per persone che hanno malattie terminali, nella quale vengono accompagnate nelle ultime fasi della loro vita con un appropriato sostegno medico, psicologico e spirituale affinché le possano vivere con dignità nel modo meno traumatico e doloroso possibile.

L'hospice è inteso come una sorta di prolungamento e integrazione della propria dimora ed include anche il sostegno psicologico e sociale dei familiari che sono legate alla persona malata.

L'approccio sanitario di un hospice è inclusivo poiché va oltre all'aspetto puramente medico della cura, per garantire un "prendersi cura" della persona nel suo insieme.

Diverse professionalità operano all'interno dell'hospice riunite in équipe, costituite da: medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali, assistenti spirituali, counsellor e volontari. Fa parte dell'équipe anche la persona stessa.

Gli hospice sono situati all'interno di strutture ospedaliere o sul territorio e possono essere gestiti direttamente dalle Aziende sanitarie o da associazioni di volontariato non profit in convenzione con le Aziende sanitarie. Al suo interno vengono erogate sia prestazioni di ricovero diurno (day hospital e day hospice) e di ricovero residenziale.

L'assistenza nell'hospice è gratuita, ma l'accesso alla struttura avviene attraverso i reparti ospedalieri o dal domicilio tramite richiesta del medico di medicina generale. Il personale dell'hospice contatta poi direttamente il familiare o il paziente per definire la data prevista del ricovero.

Leggi il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2000, «Atto di indirizzo e coordinamento recante requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per i centri residenziali di cure palliative».

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