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Lorenzin presenta la riforma dei Livelli Essenziali di Assistenza

Pubblicato il 13/02/2015 - Letto 3511 volte
Dopo un lungo percorso di definizione, la Ministra della Salute Lorenzin ha presentato la proposta di aggiornamento dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza presso la Conferenza Stato-Regioni e poi in Commissione Igiene e Sanità del Senato. I nuovi LEA rinnoveranno anche il Nomenclatore delle protesi e degli ausili fermo dal 1999. Inserite anche 110 malattie rare, l'autismo, la ludopatia, la tecnica epidurale e la fecondazione assistita. Ma non mancano le critiche nel metodo e nel merito.

All'inizio di questo nuovo anno, la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha presentato la proposta di aggiornamento dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) presso la Conferenza Stato-Regioni.

Quello dell'aggiornamento dei LEA è un capitolo importante per il diritto alla salute dei cittadini italiani e, ancora di più per le persone con disabilità. Dal 2001 - anno in cui i LEA sono stati definiti con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 29 novembre [link a sito esterno] - ad oggi, più e più volte hanno subìto processi di aggiornamento. L'ultimo, in ordine di tempo è quello di fine 2012, attuato dall'allora Ministro della Salute Renato Balduzzi del Governo guidato da Mario Monti.

Ma la Ministra - sulle pagine del portale Aboutpharma.com [link a sito esterno] del 4 febbraio scorso - precisa che questo che il Governo sta intraprendendo non costituirà un aggiornamento dato in via definitiva, ma inaugurerà «un meccanismo continuo e sistematico, creando un comitato permanente che permetta di rinnovare continuamente i LEA attraverso un processo continuativo che farà sia tenere i conti, sia garantire l'innovazione tecnologica».

Dopo una "gestazione" piuttosto lunga, nel luglio dello scorso anno, è stato approvato il Patto per la Salute 2014-2016 [link a documento in PDF], ossia l'accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale. Nel Patto era prevista la cifra di 950 milioni di Euro destinati ai nuovi LEA. Oltre a ribadire il ruolo del Comitato per la Verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza (articolo 10) e a prevederne il rinnovo degli stessi entro il 31 dicembre 2014, il Patto ribadiva anche l'articolazione dei servizi socio-sanitari (articolo 6), i Piani di riorganizzazione, riqualificazione e rafforzamento dei servizi sanitari regionali (articolo 12) e l'aggiornamento del Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili (articolo 25).

La bozza di DPCM, che la Ministra Lorenzin ha presentato anche alla Commissione Igiene e Sanità del Senato lo scorso 4 febbraio, ha lo scopo di sostituire integralmente il DPCM del 29 novembre 2001 (il medesimo intento che fu proposto durante il Governo guidato da Romano Prodi nel 2008 e poi, però, non più portato avanti dal Governo guidato da Silvio Berlusconi).

«Si tratta di un progetto inserito nel budget 2014-2016 previsto nel Patto per la Salute, che è stato possibile fare con 415 milioni e non con 1 miliardo che avevamo preventivato. Questo perché c'è stata una compensazione: molte innovazioni erano già state inserite nel sistema e tante Regioni si erano aggiornate da sole. D'altra parte abbiamo fatto un lavoro di eliminazione di prestazioni obsolete. Ma affinché il meccanismo funzioni, le Regioni dovranno fare un lavoro di monitoraggio serio su bandi e gare, soprattutto per le protesi».


I punti essenziali della bozza del nuovo decreto sui LEA

Il documento presenta 63 articoli e 15 nuovi Allegati. Esso ricalca in buona sostanza la bozza proposta nel 2008, ma introduce anche novità.

Vaccini
Tra le novità, vi è l'introduzione di nuovi vaccini: anti-meningococco, anti-pneumococco, anti-HPV (virus del papilloma umano) e quello per la varicella.

Assistenza specialistica e ambulatoriale
Nell'area dell'assistenza specialistica e ambulatoriale sono state aggiornate le liste delle prestazioni e ora sono comprese anche: l'adro-terapia, il laser per la degenerazione maculare senile e le indagini per diagnosi della celiachia.

Malattie croniche e malattie rare
Il documento introduce il nuovo elenco della malattie rare e delle prestazioni correlate esenti da compartecipazione, con l'ampliamento dell'esenzione a 110 nuove malattie o gruppi rari, nonché il nuovo elenco delle prestazioni esenti da compartecipazione a favore delle persone affette da malattie croniche con la revisione dell'attuale elenco.

Vengono aggiunte sei nuove malattie croniche: endometriosi, BPCO (Broncopneumopatia Cronico Ostruttiva), rene policistico autosomico dominante, osteomielite cronica, malattie renali croniche e sindrome da talidomide. Inoltre, il DPCM prevede che, alla scoperta di ulteriori nuove patologie rare, queste possano essere riconosciute senza bisogno di nuovi aggiornamenti.

Ludopatia
Entra nei LEA anche la ludopatia (o gioco d'azzardo patologico), ossia l'incapacità di resistere all'impulso di giocare d'azzardo o fare scommesse, nonostante la consapevolezza delle gravi conseguenze connesse a tale impulso.

Autismo
Nella bozza di DPCM, per la prima volta, viene compreso anche l'autismo.

Assistenza domiciliare
L'articolazione delle cure domiciliari rivolte alle persone con disabilità si muove su quattro livelli, in base alla complessità del bisogno e all'intensità dell'intervento assistenziale, con la previsione della presa in carico e del piano di assistenza individuale.

Ausili e protesi
Rispetto al Nomenclatore tariffario delle protesi e degli ausili, si interviene con un importante riordino della  materia che prevede:

  • nuovo repertorio degli ausili e delle prestazioni;
  • individuazione degli aventi diritto;
  • procedure per l'erogazione degli ausili;
  • norme per i produttori.

Tra le novità, risulta particolarmente importante - nonché auspicata da anni - l'introduzione di:

  • nuovi ausili informatici (tra i quali i comunicatori a sintesi vocale o a display, i sensori di comando, i sistemi di riconoscimento vocale);
  • ausili per la mobilità personale (sollevatori mobili e fissi);
  • ausili per la cura e l'adattamento della casa (stoviglie adattate, maniglie e braccioli di supporto);
  • apparecchi acustici di ultima generazione per le persone con sordità preverbale e periverbale.

Si precisa che la materia è ancora oggetto di valutazione da parte della Associazioni che promuovono e tutelano i diritti delle persone con disabilità.

Per quanto riguarda questo tema, la Ministra Lorenzin sostiene che: «[i nuovi nomenclatori] potranno entrare in vigore solo quando saranno definite le tariffe delle nuove prestazioni. C'è una commissione che ci sta già lavorando […] sia sui DRG [Disease Related Groups, ossia raggruppamenti omogenei per diagnosi, N.d.R.], che sulle tariffe e vorrei portare parallelamente avanti il lavoro: mentre si discute delle possibili rilevazioni tecniche, chiudiamo anche le tariffe».

Diagnosi prenatali
Nella proposta rientrano nei LEA i seguenti esami: bi-test o il tri-test per l'individuazione di sindromi genetiche ed alcune tecniche di diagnosi prenatale.

Analgesia epidurale e fecondazione medicalmente assistita
Previsto anche l'ingresso dell'analgesia epidurale (tecnica che viene eseguita per ridurre alla partoriente il dolore del travaglio, mediante l'introduzione di analgesico a livello dello spazio epidurale) e della fecondazione medicalmente assistita, sia eterologa che omologa (per le coppie che si sottopongono a fecondazione eterologa c'è l'ipotesi di un ticket a parte per la donazione di gameti).


Le critiche

La proposta del nuovo DPCM, tuttavia, non è esente da osservazioni critiche sia in merito agli aspetti economici, sia in merito alle procedure e al contenuto.

Tra le prime, riportiamo il commento del coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto, il quale ha affermato che «sarà molto difficile poter erogare i nuovi LEA se non aumentando ulteriormente le tasse. Il problema - secondo Coletto - resta il taglio di 2 miliardi» ipotizzato per il Fondo Sanitario Nazionale e legato alla Legge di stabilità 2015.

A questa critica, la Ministra ha risposto: «Se le Regioni decidono di rinunciare a 2 miliardi è una loro libera scelta, ma nessuno glielo ha imposto. Si rendano però conto dello sforzo fatto per aumentare il Fondo Sanitario e della gara contro il tempo che stiamo portando avanti per garantire sostenibilità al SSN [Servizio Sanitario Nazionale, N.d.R.] per i prossimi anni. La revisione dei LEA costerà 415 milioni in 2 anni, mi sembra una cifra assolutamente sostenibile rispetto ai 950 milioni inizialmente preventivati nel Patto per la salute. […] Le Regioni potrebbero reperire la cifra necessaria intervenendo su centri di costo che non siano quelli della salute» (Quotidianosanita.it [link a sito esterno], 4 febbraio 2015).

Anche l'Area Contrattazione Sociale-Welfare-Politiche della Salute della CGIL - in un'ampia scheda di commento al provvedimento del Ministero della Salute (pubblicato anche su Superando.it [link a sito esterno]) - è dell'avviso che «se non si mette in sicurezza il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, l'aggiornamento dei LEA proposto rischia di essere un buon provvedimento, ma velleitario […]. È poi del tutto incerta - si legge ancora - la "copertura finanziaria" per lo stesso aggiornamento dei LEA: la Relazione del Ministero della Salute la quantifica infatti in 415 milioni di Euro, che andrebbero a gravare sul finanziamento esistente, già pesantemente ridotto per effetto dell'ultima Legge di Stabilità».

Non solo, l'Area Contrattazione della CGIL critica anche la «mancanza di confronto con le forze sindacali e le associazioni dei cittadini utenti» nella stesura della bozza di DPCM e la mancanza di provvedimenti utili a rendere l'esigibilità dei LEA uniformemente garantita in tutto il territorio italiano. Tra i provvedimenti, l'Area Contrattazione della CGIL individua: gli indicatori di risultato, di offerta e standard organizzativi di riferimento (e in particolare il fabbisogno del personale adeguato). Inoltre precisa che «senza la definizione dei corrispondenti LEA per l'Assistenza Sociale, l'esigibilità e l'uniformità del diritto all'assistenza sociosanitaria restano impossibili».

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