Il Consiglio Regionale Umbro approva la mozione per la sperimentazione della presa in carico delle persone con disabilità
Pubblicato il 2/08/2012 -
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Il sit-in del 19 giugno scorso e l'audizione del 10 luglio scorso hanno portato i loro frutti: il Consiglio Regionale, nella seduta del 31 luglio, ha approvato all'unanimità una Mozione proposta da tutti i gruppi consiliari e dai componenti dell'Ufficio di Presidenza a sostegno di quanto il movimento associativo che tutela i diritti delle persone con disabilità e le associazioni riunite nel Forum del Terzo hanno presentato il 10 luglio scorso. In quella data, infatti, davanti all'Ufficio di Presidenza, alla Conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale dell'Umbria e all'Assessore regionale alla sanità Franco Tomassoni, il movimento associativo aveva chiesto un confronto sulla situazione attuale e sulle prospettive future delle politiche regionali della disabilità, alla luce della "difficile" situazione determinata dalla riduzione delle risorse statali. Tra i punti essenziali: la sperimentazione della presa in carico globale e il coinvolgimento pieno dei titolari di diritti, dei familiari e delle associazioni.
La Mozione n. 948/2012 (leggi qui il testo), approvata all'unanimità nella seduta di Lunedì 31 luglio scorso dal Consiglio Regionale, ha, nella sostanza, accolto le richieste che il movimento associativo che difende i diritti delle persone con disabilità - FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), FAND Umbria (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), FADA (Federazione Associazioni Diversamente Abili) - e le associazioni aderenti al Forum del Terzo Settore avevano richiesto nella "Lettera alla Politica", documento congiunto i cui punti essenziali sono diventati il contenuto della mozione approvata (da noi qui pubblicata lo scorso 10 luglio). Da un punto di vista politico, la Mozione è senz'altro importante, perché in Umbria è la prima volta che la Politica (almeno quella di palazzo) viene sollecitata con un documento sottoscritto sia dal movimento associativo, sia dalle associazioni aderenti al Terzo Settore. Rispetto alle intenzioni delle associazioni, nella Mozione qualche "sbavatura" c'è: a cominciare dal fine stesso che gli interventi proposti si pongono, che non dovrebbe limitarsi solo all'assistenza (così come riportato nel titolo), bensì alla presa in carico delle persone con disabilità. Per non parlare, poi, dell'assenza del riferimento normativo, oltre che culturale, alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, nonché della presenza del concetto di «integrazione», anziché di quello di «inclusione» (concetto, quest'ultimo, certamente più "evoluto" nell'ambito del pieno riconoscimento dei diritti alle persone con disabilità). Anche sui destinatari degli interventi proposti, la Mozione confonde un po' tra le persone non autosufficienti e le persone con disabilità (tra cui non tutte sono non autosufficienti). Veniale, ma significativa dell'indice del progressivo svilimento della prima e unica legge-quadro sul welfare della storia repubblicana, l'assenza del riferimento alla Legge n. 328/2000 (Sistema integrato di interventi e servizi sociali) - ed in particolare all'articolo 14 della stessa - quando si parla del Progetto Individuale. Tuttavia, la Mozione fa propria la richiesta più importante per le associazioni: il Consiglio Regionale chiede alla Giunta di promuovere la pratica della presa in carico globale delle persone con disabilità, prevedendo cioè interventi che comprendano la complessità del progetto di vita delle persone con disabilità, secondo i princìpi definiti dal modello del Progetto Individuale. Rispetto a ciò, il Consiglio propone di avviare una sperimentazione in almeno uno dei Distretti sanitari delle quattro ASL dell'Umbria [per la precisione, le associazioni avevano chiesto che fosse sperimentato in almeno un Distretto di "ciascuna" delle 4 ASL, N.d.R.], verificando costi e risultati. Gli altri punti della Mozione riguardano: - la necessità di garantire maggiori risorse per la non autosufficienza (nella mozione è ricordato che le varie risorse destinate al welfare sono passate dai 2 miliardi e 526 milioni di Euro del 2008 ai 229 milioni di Euro del 2012, con un taglio del 90%);
- la necessità di emanare una direttiva vincolante per le ASL che, nei processi di riorganizzazione dei servizi, garantiscano il pieno coinvolgimento delle persone con disabilità titolari di diritti e dei familiari, predisponendo anche strumenti (come, ad esempio, l'audit civico) a garantire continuità ed efficacia dell'interlocuzione tra soggetti interessati e le direzioni delle ASL per valutare il profilo qualitativo e quantitativo dei servizi erogati e valutarne efficacia ed appropriatezza [rispetto a questo, la FISH Umbria ONLUS ha sottolineato che la continuità dell'interlocuzione deve avvenire anche con le associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità, garanti e portavoce delle persone e delle famiglie, N.d.R.];
- il coordinamento tra le attività dei Distretti sanitari e quelle dell'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, promuovendone la funzione di tavolo tecnico di livello regionale preposto alla rilevazione e analisi dei servizi, nonché alla risoluzione di eventuali controversie.
La Mozione, infine, impegna la Giunta regionale ad effettuare un monitoraggio presso tutti i Comuni umbri finalizzato a conoscere l'entità della spesa sociale destinata con fondi propri dalle Amministrazioni locali nell'ultimo triennio, trasmettendone i risultati alla III Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni entro il prossimo mese di ottobre. Il Presidente del Consiglio Regionale Eros Brega ha sottolineato il valore dell'atto approvato, affermando che «fa parte anche di un lavoro importante fatto in passato sia dal Consiglio regionale che dalla Giunta regionale».
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