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Prove INVALSI 2014: dalle direttive ministeriali alle denunce di discriminazione

Pubblicato il 23/05/2014 - Letto 4016 volte
Nelle prime due settimane di maggio, in tutte le scuole primarie e secondarie del territorio nazionale, si sono tenute le prove standardizzate INVALSI volte a valutare i livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico italiano. Questo focus, partendo da una riflessione critica sulla Nota Ministeriale di questo anno che ha dettato le regole per la somministrazione delle prove INVALSI agli studenti con disabilità e a quelli con Bisogni Educativi Speciali (BES), citerà anche le esperienze di alcuni studenti con disabilità che si sono visti esclusi da queste prove.

Il 6, 7 e 13 maggio scorsi si sono effettuate, su tutto il territorio nazionale, le prove INVALSI 2014 indirizzate agli studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie italiane.

Le prove INVALSI introdotte con la Legge n. 176 del 25 ottobre 2007 [link a sito esterno] hanno l'obiettivo generale di monitorare i livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico italiano nel suo insieme, andando a studiare, fra le altre cose, sia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica (con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta formativa degli Istituti scolastici e di formazione), sia a verificare i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti nell'esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado (il cosiddetto "esame di terza media") e a verificare i livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi d'istruzione secondaria superiore. Le prove INVALSI, che costituiscono prove a carattere scritto, vengono somministrate annualmente su tutto il territorio nazionale in date prestabilite, ma distinte fra scuole primarie e secondarie.


Prove INVALSI per gli studenti e le studentesse con disabilità e con Bisogni Educativi Speciali: le direttive ministeriali

In previsione delle prove INVALSI 2014, lo scorso 18 febbraio il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, in collaborazione con l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione (INVALSI) [link a sito esterno], ha emesso la Nota Ministeriale 2014 [link a sito esterno] con cui sono state dettate le regole da seguire, da parte degli Istituti scolastici, per la somministrazione di tali prove agli studenti con disabilità e agli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES).

Partendo dall'analisi sulla Nota Ministeriale condotta dall'Avv. Salvatore Nocera, già vice-presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), e pubblicata su Superando.it [link a sito esterno], cercheremo di riassumere, in breve, i dettami della Nota Ministeriale per quest'anno scolastico e di dare alcuni spunti di riflessione sull'attuazione di tali regole.

Le prove INVALSI 2014 sono state indirizzate agli studenti frequentanti le classi seconde e quinte delle scuole primarie e le classi seconde delle scuole secondarie di secondo grado e, secondo la Nota Ministeriale richiamata, gli alunni interessati da tali prove sono stati i seguenti:

La Nota Ministeriale è stata correlata da una tabella che ha individuato alcune regole a cui gli Istituti scolastici si sono dovuti attenere per la somministrazione delle prove.

La Nota Ministeriale, nella tabella riepilogativa, ha previsto che:

  • fosse la scuola a decidere la partecipazione degli alunni con disabilità con  menomazioni alle funzioni intellettive. I risultati di questi alunni non sono entrati a far parte della media della scuola, né di quella nazionale (come, peraltro, già stabilito per le prove INVALSI dello scorso anno scolastico);
  • gli alunni con disabilità con menomazioni alle funzioni sensoriali e motorie avessero il pieno diritto a partecipare alle prove (a differenza del precedente anno scolastico). È stata demandata alle scuole, in questi casi, la scelta di avvalersi di strumenti compensativi e/o dispensativi per questi studenti e i loro risultati sono entrati a far parte della media, sia della classe che della scuola;
  • fossero applicate per gli alunni con disabilità con altre menomazioni rispetto alle precedenti, le regole previste per gli alunni con disabilità con menomazioni alle funzioni intellettive;
  • fosse la scuola a decidere la partecipazione degli alunni con DSA, stabilendo anche gli strumenti compensativi (o altre misure) e decidere se includere questi risultati nella media della classe e della scuola;
  • gli alunni con ADHA, gli alunni con livello cognitivo borderline e gli alunni con altri disturbi evolutivi specifici hanno avuto il diritto di partecipare alle prove, ma è stata demandata alla scuola l'eventuale scelta degli strumenti compensativi (o altre misure). In questi casi, i risultati di questi alunni sono entrati a far parte della media della classe e della scuola (a condizione che i dispositivi fossero idonei alle condizioni di salute degli studenti stessi).


Alcune osservazioni sulla Nota Ministeriale

L'Avv. Nocera, nella sua analisi, sottolinea che quest'anno la Nota Ministeriale, per quanto più analitica rispetto al 2013, ha sollevato alcune perplessità brevemente esposte di seguito:

  • la scuola è stata incaricata, genericamente, di decidere dell'eventuale uso di strumenti compensativi da parte degli studenti (secondo le indicazioni riportare in tabella). Sarebbe stato, invece, maggiormente corretto indicare il Consiglio di Classe come l'organo deputato a prendere tale decisione;
  • non sono stati previsti strumenti compensativi per gli alunni con svantaggio linguistico anche se tali strumenti dovrebbero già essere indicati nel Piano Didattico Personalizzato (PDP) di ciascuno studente interessato. Quindi questi studenti, per l'espletamento delle prove INVALSI 2014, si potrebbero esser visti privati di strumenti già per loro scelti e predisposti nel PDP.


Le discriminazioni nei confronti di studenti con disabilità e con BES: segnalazioni dalla Liguria

Da quanto si apprende dall'articolo Prove Invalsi, dislessici e disabili invitati a restare a casa. A Savona diversi casi [link a sito esterno] pubblicato su Il Secolo XIX.it, diversi studenti con disabilità e con BES delle scuole superiori della città di Savona, sono rimasti a casa nel giorno della somministrazione delle prove INVALSI 2014.

Da quanto si apprende dall'articolo, alcuni insegnanti hanno consigliato alle famiglie di studenti disabilità e con BES di non accompagnare i propri figli a scuola nel giorno della prova, così da evitare che questa potesse inficiare in modo negativo nella media della classe e dell'Istituto scolastico.

Sia genitori, insegnanti e rappresentanti di Associazioni di persone con disabilità hanno preso atto e denunciato tali accaduti che vanno ad ostacolare il processo di inclusione scolastica degli studenti.


Conclusioni

Anche questo anno, in alcune parti d'Italia, si è assistito alle discriminazioni legate alle prove INVALSI per gli studenti con disabilità e con BES, nonostante le direttive ministeriali  - per quanto ancora perfettibili - abbiamo dato alle scuole delle regole da seguire per la loro somministrazione e per includere tutti gli studenti in queste attività.

Purtroppo, il processo di inclusione scolastica degli studenti con disabilità e con BES fa ancora fatica a vedersi compiuto ma, proprio per ricordare a noi tutti l'importanza della scuola e della funzione sociale e inclusiva che questa svolge nella crescita della persona, citiamo le parole di Franco Bomprezzi che, nell'articolo Forse la scuola, ancora una volta, ci salverà [link a sito esterno] pubblicato su Superando.it, ha ricordato che, anche a scuola, come altrove «è la persona al centro della scena. Quel singolo alunno, che ha un nome, una vita, un diritto da condividere con gli altri alunni, che impareranno a conoscerlo, a occuparsene, a inserirlo negli scherzi, nello studio, nelle gite, nel tempo libero

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