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Terni e il «Piano Nazionale per le Città»: qualità urbana e partecipazione?

Pubblicato il 25/10/2012 - Letto 3240 volte
Il Comune di Terni si candida per partecipare al «Piano Nazionale per le Città», varato dal Governo lo scorso giugno. Lo scopo: ricevere fondi (7 milioni di Euro) per contribuire a parte delle spese necessarie per una serie di interventi urbanistici già in cantiere o in programma. Tra i princìpi: qualità urbana e partecipazione dei portatori di interesse: il primo è un auspicio, il secondo - almeno per quanto riguarda il coinvolgimento del movimento associativo delle persone con disabilità - sembra un po' carente.

Lo scorso 3 ottobre, la Giunta Comunale di Terni ha approvato la Delibera n. 350/2012, «Il Contratto di valorizzazione "il cantiere del ruolo territoriale. Continuità e prospettiva dei processi di riqualificazione del centro urbano di terni"» (leggi qui il testo). Nella Delibera viene fatta la ricognizione degli interventi e delle opere pubbliche (e di quelle in collaborazione con i soggetti privati) già da tempo nell'agenda comunale.

Con l'approvazione della DGC n. 350/2012, inoltre, il Comune di Terni si è candidato a partecipare al bando del «Piano Nazionale per le Città», del Ministero dei Lavori pubblici, che mette a disposizione oltre 7 milioni di Euro per la riqualificazione delle aree urbane. Entro il 5 ottobre, tutti i Comuni candidati hanno presentato i progetti definitivi per poter usufruire di questi fondi (per un totale di 200 milioni di Euro).

Il Comune di Terni intende adoperare il finanziamento statale per completare i cantieri già aperti o in programma, che prevedono investimenti per 44 milioni di Euro. Vediamo quali sono le opere previste:

  • completamento dei restauri della parte strutturale del Teatro Verdi;
  • completamento del primo stralcio dei restauri di Palazzo Carrara;
  • realizzazione delle piste ciclo-pedonali che collegheranno le aree Gruber, Cairoli, Argine, Cassero e il centro città con le sponde del Nera;
  • la realizzazione di aree verdi attrezzate e la connessione pedonale tra Città Giardino e Corso del Popolo;
  • il completamento dei lavori per i nuovi uffici giudiziari di Corso del Popolo;
  • l'implementazione del sistema di attestamento (ossia, insieme di corsie che permettono ai veicoli in arrivo su un tratto di strada che confluisce in un'area di intersezione di uscire dallo stesso effettuando tutte le manovre consentite) in via Proietti Divi e via Tito Oro Nobili.


Il Piano Nazionale per le Città

Il Piano Nazionale per le Città (PNC) è uno degli interventi per lo sviluppo previsti dal Decreto Legge n. 83 del 22 giugno 2012 (il cosiddetto «Decreto Sviluppo», convertito nella Legge n. 134 del 4 agosto 2012). Poi, con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 3 agosto 2012, recante «Istituzione della Cabina di regia per l'attuazione del Piano Nazionale per le Città», il Piano prende realmente avvio.

Il PNC prevede la realizzazione di opere di diversa tipologia e destinazione d'uso, costituite in prevalenza da: realizzazione di aree residenziali (edilizia pubblica e privata); miglioramento delle infrastrutture (viabilità, parcheggi, illuminazione pubblica, reti fognarie, ecc.); potenziamento delle strutture scolastiche (poli scolastici e riqualificazione funzionale ed energetica); potenziamento di attività economiche, culturali e sociali (realizzazione/riqualificazione di aree commerciali, di pregio architettonico, aggregative, ecc.).

Per ciò che ci riguarda, l'interesse del PNC deriva dai due princìpi che stanno alla base degli interventi: la qualità urbana e la partecipazione dei portatori di interessi che fanno parte della collettività che, di quei interventi, dovrà (o dovrebbe) beneficiare. Di seguito vediamo, in cosa consistono i due princìpi.


La qualità urbana

Per capire cosa si intende per «qualità urbana», ci affidiamo alle parole dell'Architetto Lucia Martincigh, professoressa all'Università Roma Tre, secondo la quale la qualità dell'ambiente urbano dipende da un complesso di fattori spaziali, funzionali, sociali e culturali. La qualità urbana, quindi, è un valore relativo poiché «[…] varia in funzione degli utenti, dei luoghi e delle loro diverse specifiche utilizzazioni, ma soprattutto cambia con i tempi e con la relativa cultura, costumi e gusti. La qualità urbana, in sintesi, può essere intesa come la capacità che la configurazione dell'ambiente urbano ha di soddisfare, in termini quantitativi e qualitativi, le esigenze complessive, materiali e immateriali, dell'utenza offrendole le prestazioni richieste […]» (Lucia Martincigh, Mobilità sostenibile in ambito urbano, in «Le Strade, Special Issue: XXII Piarc World Road Congress», Durban South Africa, 2003, Italian Report, lug-ago 2003).


Cosa ha fatto (o avrebbe dovuto) fare il comune di Terni per candidarsi

I Comuni candidati al PNC hanno inviato alla Cabina di regia proposte di contratti di valorizzazione urbana costituite da un insieme coordinato di interventi con riferimento ad aree urbane degradate, indicando:

  • la descrizione, le caratteristiche e l'ambito urbano oggetto di trasformazione e valorizzazione;
  • gli investimenti/finanziamenti necessari (pubblici e privati);
  • i soggetti interessati;
  • le eventuali premialità;
  • il programma temporale degli interventi da attivare;
  • la fattibilità tecnico-amministrativa.

La selezione delle proposte terrà conto, oltre al riferimento di ambiti urbani subito "cantierabili", di uno dei seguenti criteri:

  • capacità e modalità  di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati e di attivazione di un effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti  privati;
  • riduzione di fenomeni di tensione abitativa, di marginalizzazione e degrado sociale;
  • miglioramento delle infrastrutture con riferimento ad un modello più efficiente di trasporto urbano;
  • miglioramento della qualità urbana, del tessuto sociale ed ambientale.

Il primo punto - ed è questo che ci interessa - implica che avrebbero dovuto essere indicati tutti i soggetti pubblici e privati che partecipano, nei differenti ruoli, alla proposta (enti locali, enti pubblici, privati, società, portatori di interessi/fabbisogni, investitori, gestori, soggetti che rilasciano autorizzazione, ecc.).


Partecipazione: quando chiameranno le persone con disabilità?

Ora, dal momento che il termine ultimo per inviare i progetti era il 5 ottobre, in teoria, il Comune di Terni avrebbe dovuto già da tempo coinvolgere i soggetti pubblici e privati di cui sopra.

Non conosciamo se e quali soggetti il Comune di Terni abbia coinvolto, ma sappiamo che non ha coinvolto la FISH Umbria ONLUS (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap). Eppure, i cittadini con disabilità usufruiscono della qualità urbana al pari degli altri, se messi in condizioni di farlo e, quindi, sono parte integrante di quei «portatori di interesse» (o meglio «portatori di diritti») di cui sopra.

La «partecipazione» può essere studiata con indicatori: Sherry R. Arnstein, nel 1969, mise a punto una scala di valutazione finalizzata ad offrire una misura di riferimento per i gradi di partecipazione del cittadino nei vari contesti sociali. La scala si struttura su otto livelli distinti, nei quali la discriminante è costituita dal diverso grado di potere potenzialmente disponibile al cittadino, inteso come possibilità decisionale effettiva, capacità di controllo su eventi e circostanze esterne che la partecipazione offre (empowerment).

Il livello più basso della scala di Arnstein è occupato dalla partecipazione informativa: azione di informazione parziale ed unidirezionale, volta unicamente a pubblicizzare i programmi dell'Amministrazione ed a persuadere gli abitanti della bontà e dell'utilità dei progetti e degli interventi programmati. Il Comune di Terni, nei confronti delle persone con disabilità, non ha raggiunto nemmeno questo livello!

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