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Il punto sulla Legge di stabilità del 2015

Pubblicato il 9/01/2015 - Letto 3027 volte
A seguito dell'approvazione definitiva della Legge di stabilità per il 2015, si ritiene opportuno elencare le principali novità previste che interessano le persone con disabilità e le loro famiglie.

A fine 2014 è stata definitivamente approvata la Legge di stabilità per il 2015 (Legge n. 190 del 23 dicembre 2014[link a sito esterno]).

Prima di andare a vedere il dettaglio degli elementi più significativi della Legge di stabilità n. 190/2014, un primo commento generale ce lo offre Carlo Giacobini - direttore di Handylex.org -, il quale, nell'articolo "Legge di stabilità 2015 e persone con disabilità" [link a sito esterno], sostiene che l'impianto della Legge di stabilità sembra essere molto debole sia in materia di contrasto all'impoverimento delle persone e delle famiglie, sia nella diminuzione delle disuguaglianze, nonché piuttosto labile nel favorire il potere di acquisto da parte delle famiglie, elemento senza il quale non aumentano i consumi interni.

Ciò che sottolinea Giacobini, in particolare, è che l'ammontare delle spese che dovranno essere sostenute da parte delle singole persone contribuenti, in particolare coloro che hanno un reddito particolarmente basso, le famiglie numerose e le persone anziane, non sembra abbassarsi. Anzi, i vincoli posti a livello comunitario hanno spinto il Governo e il Parlamento italiani a prevedere un pesante aumento delle aliquote IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) a partire dal gennaio 2016. Quella ordinaria - attualmente al 22% - passerà al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% a partire da gennaio 2018. In modo analogo, l'aliquota che attualmente è al 10%, passerà al 12% nel 2016 e al 13% a partire dal 2017. L'aumento previsto potrà essere evitato solo se la revisione della spesa pubblica consentirà ulteriori risparmi e contenimento del debito pubblico.

Riassumiamo ora, per sommi capi, il contenuto della Legge di stabilità in riferimento a questioni che interessano le persone con disabilità e le loro famiglie.


I Fondi nazionali

Partiamo dai finanziamenti ai Fondi nazionali, ossia i trasferimenti specifici dello Stato alle Regioni per la definizione, tra le altre cose, di politiche a contrasto delle cause di disabilità:

  • Il Fondo Nazionale per le politiche sociali, per il 2015, verrà incrementato di 300 milioni di Euro (articolo 1, comma 158). Lo stesso incremento è anche previsto per gli anni successivi. Questo stanziamento va ad aggiungersi ai 14,5 milioni di Euro già previsti nella Legge di stabilità per il 2014, arrivando quindi complessivamente a 314,5 milioni di Euro. Si noti che la cifra del 2015 è leggermente inferiore a quella disponibile per il 2014 (317 milioni di Euro).
  • Lo stanziamento del Fondo Nazionale per la non autosufficienza, anche ai fini del finanziamento degli interventi a sostegno delle persone con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), è incrementato per il 2015 di 400 milioni di Euro (articolo 1, comma 159). Si fa presente che, sebbene lo stanziamento sia comunemente considerabile inadeguato ed insufficiente alla copertura delle esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie, il disegno di legge originario - contro il quale la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e altre associazioni di promozione e tutela dei diritti delle persone con disabilità avevano preso una radicale posizione che ha spinto il Governo di Matteo Renzi ad individuare nuove risorse aggiuntive (come detto in questa news) - prevedeva una riduzione di 100 milioni di Euro, relegando il Fondo ad un ammontare di soli 250 milioni di Euro. Attenzione: il medesimo articolo prevede, dal 2016 in poi, un finanziamento di soli 250 milioni di Euro e ciò sarà motivo di successive azioni di inevitabile pressione e protesta da parte del movimento associativo.

A commento degli esigui finanziamenti di questi due Fondi, si riportano le parole di Giacobini che afferma: «Nell'ambito dei trasferimenti dallo Stato centrale alle Regioni i fondi sociali rappresentano ormai una risorsa insufficiente a garantire politiche e servizi consolidati sul territorio, tant'è che risultano determinanti gli interventi aggiuntivi dei singoli enti locali. Considerato il pesante taglio dei trasferimenti generali alle Regioni, al rigore del Patto di stabilità, alla compressione della spesa sanitaria (prima voce nei bilanci regionali), l'esiguità dei fondi sociali rappresenta solo l'ultima delle limitazioni ad un diverso e moderno modo di intendere il welfare, cioè un intervento inclusivo, universale e incardinato in una logica di investimento piuttosto che relegato a spesa improduttiva».


Inclusione lavorativa

Tra i Fondi nazionali che saranno stanziati nel 2015 quello per il collocamento mirato delle persone con disabilità (Legge n. 68 del 12 marzo 1999) vedrà un finanziamento di 20 milioni di Euro (articolo 1, comma 160). Si noti che questo finanziamento non era previsto nel Disegno di legge originario, ma è stato inserito in sede parlamentare al momento della conversione in legge.

L'articolo 1, comma 166, invece, attribuisce all'INAIL le competenze in materia di reinserimento e di inclusione lavorativa delle persone con disabilità che hanno il riconoscimento di invalidità sul lavoro, da realizzare con progetti personalizzati mirati alla conservazione del posto di lavoro o alla ricerca di nuova occupazione, con interventi formativi di riqualificazione professionale, con progetti per il superamento e per l'abbattimento delle barriere architettoniche sui luoghi di lavoro, con interventi di adeguamento e di adattamento delle postazioni di lavoro. L'attuazione delle disposizioni di cui al presente comma è a carico del bilancio dell'INAIL, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.


Misure per la famiglia

Il Fondo per le politiche per la famiglia, per il 2015, è incrementato di 5 milioni di Euro al fine di sostenere le adozioni internazionali (articolo 1, comma 132).

Sempre a sostegno delle famiglie, la Legge di stabilità n. 190/2014 prevede una misura definita dai mezzi di informazione come "bonus bebè". Più precisamente, il comma 125 dell'articolo 1 prevede una misura per «favorire la natalità e per contribuire al suo sostegno»: viene erogato un assegno di 960 euro annuali (80 euro mensili) per tre annualità a favore dei neonati e delle neonate che verranno alla luce dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 (la misura si estende anche per i neonati e le neonate in adozione). L'assegno, erogato dall'INPS e non imponibile, è corrisposto alle persone con cittadinanza italiana, a quelle appartenenti all'Unione Europea e alle migranti in possesso di permesso di soggiorno. La condizione è che il reddito Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE) non sia superiore ai 25.000 Euro l'anno. Nel caso il reddito ISEE sia inferiore ai 7.000 Euro annui, l'importo dell'assegno viene raddoppiato.

Questo contributo ha subìto varie critiche da più parti. Una prima critica è di carattere generale e si fonda sul fatto che un investimento statale diretto per la realizzazione di servizi per la prima infanzia (che sono ovviamente ben più onerosi per le famiglie di 960 Euro annui) era preferibile rispetto a questa tipologia di trasferimento monetario. Rientra nell'ottica di un welfare inclusivo e non risarcitorio, che vede nelle nuove generazioni un motivo di investimento in termini di infrastrutture e servizi e non un mero costo da risarcire.

La seconda critica riguarda più da vicino il mondo delle persone con disabilità e delle loro famiglie: la disposizione proposta, per di più, non tiene in considerazione in alcun modo l'eventuale disabilità del neonato o delle neonata, né tanto meno l'eventualità che questa potrebbe manifestarsi entro i primi tre anni di vita. In questo caso, dal momento che, come è noto, il costo per una famiglia in cui è presente un componente con disabilità è ben maggiore di una in cui questo componente non c'è, la misura - se risarcitoria deve essere - avrebbe potuto tener conto di un innalzamento del limite reddituale, oppure di una maggiorazione dell'importo dell'assegno, o altre misure analoghe. Probabilmente - come suggerisce Giacobini - questi aspetti potrebbero essere già contenuti nell'applicazione del nuovo ISEE (di cui abbiamo detto i questo focus) dove prevede alcune franchigie nel caso nel nucleo familiare siano presenti persone con disabilità. Tuttavia, Giacobini stesso non esclude possibili situazioni di svantaggio per alcune famiglie nell'accesso al nuovo beneficio.


Il 5 per mille

La Legge di stabilità n. 190/2014  prevede uno stanziamento consolidato di 500 milioni di Euro per il 5 per mille, ossia la facoltà concessa ad ogni contribuente di destinare quella parte della propria IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) ad ONLUS (Organizzazioni non Lucrative di Utilità Sociale), a Fondazioni e ad Enti locali. A differenza dell'8 per mille, tuttavia, l'intero importo derivante dalle sottoscrizioni delle persone contribuenti non viene distribuito, ma solo la cifra che il Parlamento stabilisce di anno in anno.


Pagamento di pensioni e indennità

Una novità è prevista sul fronte del pagamento di pensioni ed indennità. Il comma 302 della Legge di stabilità n. 190/2014 prevede che tutti i pagamenti delle pensioni e delle indennità avverranno il giorno 10 del mese. Ciò riguarda quindi anche le pensioni le indennità di cui beneficiano le persone riconosciute invalide civili, sorde e cieche civili, oltre che tutte le provvidenze riservate alle persone riconosciute invalide sul lavoro.

La Legge di stabilità, poi, prevede anche alcune modalità per evitare che continuino ad essere erogate prestazioni economiche a persone che sono decedute. Il comma 303, infatti, prevede che il medico che redige l'atto di morte (il medico necròscopo) - che può essere il medico di reparto, quello di famiglia e così via - ha tempo 48 ore per inviare l'atto per via telematica all'INPS che, dunque, ha la possibilità di incrociare i dati nel proprio archivio.

Il comma 304, inoltre, prevede che gli istituti bancari o postali presso i quali la persona deceduta titolare di pensione o indennità ne depositava le quote mensili hanno l'obbligo di restituire all'INPS i ratei non dovuti (prelevandoli dal conto dell'interessato) e, soprattutto, hanno il divieto di usare quella quota parte di denaro per il reintegro di propri crediti.

A seguito dell'attuazione di quanto stabilito nei commi 301, 302, 303 e 304, l'INPS dovrà procedere al riversare quanto incassato nel bilancio statale per 11 milioni di Euro per l'anno 2015 e di 19 milioni di Euro per il 2016.


Comitato Italiano Paralimpico

La Legge di stabilità stabilizza i finanziamenti al Comitato Italiano Paralimpico, destinando per il 2015 e gli anni seguenti uno stanziamento per le attività istituzionali di 7 milioni di Euro (articolo 1, comma 190).


Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

L'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI) potrà contare, dal 2015, su un finanziamento stabilizzato di 6,5 milioni di Euro. Giacobini, nel testo citato, così commenta: «il comma in questione (191, articolo 1) lascia qualche perplessità di natura tecnico-giuridica e contabile in quanto richiama tre norme che nella sostanza comporterebbero un finanziamento ben inferiore e in larga misura destinato ad enti di formazione, riabilitazione collegati a UICI, ma sostanzialmente indipendenti».

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