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Il diritto alla mobilità e la Raccomandazione Europea 376/98

Pubblicato il 30/03/2009 - Letto 1182 volte
Sono affetto da disabilità motoria e vorrei sapere perché, a distanza di 11 anni, non siamo ancora riusciti a far recepire la Raccomandazione Europea 376/98 sul contrassegno europeo per l'automobile. So che attualmente è tutto bloccato perché un articolo della legge sulla privacy non permette l'uso del simbolo della disabilità, ma non ci vorrebbe molto per cambiarlo se i disabili esercitassero pressione sui nostri governanti. Certo non abbiamo il potere del Vaticano che sarebbe riuscito a far emanare la legge sull'alimentazione forzata in soli 3 giorni, ma in tanti anni avremmo potuto (e dovuto) fare qualcosa. Mi chiedo a cosa servano le associazioni di disabili.

Suggerimenti

Gentile Utente,
La informiamo che in merito al problema dei contrassegni, la confusione è tanta. Innanzitutto, in Italia, ancora oggi, nonostante l'emanazione della Legge n. 196/2003 sulla privacy, si continua ad utilizzare il contrassegno con il pittogramma dell'uomo in carrozzina. Come vede, non solo siamo fuori dalla regolamentazione dell'Unione Europea, ma continuiamo a ignorare anche le norme interne.

Il secondo punto riguarda il problema della Raccomandazione Europea 376/98. Come Lei saprà questa non è vincolante per gli Stati membri, come una direttiva, per questo motivo ogni Stato legifera in modo indipendente. Nessun organo nazionale o europeo, quindi, può contestare l'articolo 74, comma 1, della Legge 196/2003, in quanto non viola nessuna norma vincolante: «i contrassegni rilasciati a qualunque titolo per la circolazione e la sosta di veicoli a servizio di persone invalide, ovvero per il transito e la sosta in zone a traffico limitato, e che devono essere esposti sui veicoli, contengono i soli dati indispensabili ad individuare l'autorizzazione rilasciata e senza l'apposizione di simboli o diciture dai quali può desumersi la speciale natura dell'autorizzazione per effetto della sola visione del contrassegno».

Il problema, quindi, è tutto interno all'Italia, in cui le associazioni di persone con disabilità non possono sostituirsi al Legislatore, ma, al massimo, fare pressione, sollecitando gli organi politici a rispettare il diritto alla mobilità delle persone con disabilità.

In Approfondimenti, Le riportiamo un articolo apparso su Superando.it (il quotidiano on line della FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), nel giugno 2007, in merito alla problematica da Lei sollevata. Quest'articolo rappresenta una semplice esposizione dei fatti, in quanto la posizione delle diverse associazioni di persone con disabilità, aderenti o meno alla FISH, non è univoca: c'è, infatti, chi ritiene pregiudizievole nei propri confronti l'esibizione del pittogramma dell'uomo in carrozzina, poiché rimanda ad uno stigma della diversità; altri, invece, ritengono che ciò non costituisca una discriminazione.

Anche in Parlamento, durante la scorsa Legislatura, il leghista Paolo Grimoldi ha sottoposto ad una interrogazione l'allora Sottosegretario ai Trasporti Andrea Annunziata (leggi l'atto in Approfondimenti), il quale ha sostenuto che: «la questione è stata sollecitata anche da alcune importanti associazioni di categoria che non ritengono lesivo della loro dignità l'esposizione del contrassegno attuale che non individua, con la sola esposizione, il titolare ma il veicolo al suo servizio, tutelandone di fatto la privacy». Tuttavia, conclude, che «allo stato attuale, non risulta che il garante per la protezione dei dati personali, pur interessato della materia, abbia intrapreso iniziative, mentre iniziative in tal senso sono allo studio del Ministro dei trasporti».

Il Governo attuale non ha ancora affrontato la questione.

Gli scriventi, a nome della FISH Umbria ONLUS, ritengono che il compito essenziale delle associazioni di persone con disabilità sia quello di tutelare il diritto alla mobilità, sia a livello nazionale, sia a livello europeo. Non è compito delle associazioni individuare la soluzione tecnico-giuridica per risolvere le controversie tra le normative, ma, piuttosto, assicurarsi che il diritto alla mobilità, affermato nella Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, venga rispettato. C'è ancora, quindi, un lungo cammino da percorrere!


Approfondimenti

Articolo tratto da Superando.it: «Privacy o libertà di muoversi?» (a cura della Redazione di Mobilità) - collegamento a sito esterno.

Atto della Camera dei Deputati: Interrogazione a risposta in Commissione 5/01793 (collegamento a sito esterno).


Normativa di riferimento

Raccomandazione Europea 98/376/CE, «Raccomandazione del Consiglio del 4 giugno 1998 su un contrassegno di parcheggio per disabili» (collegamento a sito esterno).

Legge n. 196 del 30 giugno 2003, «Codice in materia di protezione dei dati personali» (collegamento a sito esterno).


Per ogni altra informazione, può contattarci telefonicamente al numero 0744 27.46.59.

Nella speranza di aver fornito una risposta chiara ed esaustiva, inviamo cordiali saluti,
Margherita Di Giorgio e Pierangelo Cenci
(Servizio di Advocacy del Centro per l'Autonomia Umbro)

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