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L'Europa verso una legge sull'accessibilità, in linea con le raccomandazioni dell'ONU

Pubblicato il 10/12/2015 - Letto 2567 volte
La pubblicazione dell'European Accessibility Act non è solo il primo passo per arrivare ad una legge europea sull'accessibilità, ma è anche un modo con cui l'Europa risponde positivamente ad alcuni dei punti critici che il Comitato dell'ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità - che monitora l'applicazione della Convenzione - ha evidenziato in materia di libertà di movimento e non discriminazione all'interno dei paesi dell'Unione.

Non è un caso, probabilmente, che proprio il 3 dicembre scorso, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, la Commissione Europea - o meglio la Commissaria Europea Marianne Thyssen - abbia reso pubblico il testo dell'European Accessibility Act. È il primo passo perché tutti gli Stati parti dell'Unione Europea abbiano un minimo comune denominatore legislativo in materia di accessibilità, contribuendo all'empowerment delle persone con disabilità, migliorando la libertà di movimento delle stesse nei singoli paesi, ma anche dei beni e dei servizi a loro necessari.

Che l'Unione Europea si voglia dotare di una "Legge Europea sull'Accessibilità" è una cosa certamente positiva, ma è certamente vero che l'iniziativa legislativa della Commissione Europea scaturisce da almeno due importanti elementi:

  • la Raccomandazioni prodotte qualche mese fa dal Comitato dell'ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità - organismo istituito dalle Nazioni Unite che segue negli anni l'applicazione in tutto il mondo della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità - al primo rapporto presentato dall'Unione Europea sull'applicazione della Convenzione stessa;
  • la Campagna "Freedom of Movement" ("Libertà di movimento"), condotta negli ultimi tre anni dallo stesso Forum Europeo della Disabilità (EDF).


Raccomandazioni del Comitato dell'ONU

Per quanto riguarda le Raccomandazioni del Comitato dell'ONU, c'è da dire che lo scorso 4 settembre il Comitato dell'ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha risposto al primo rapporto presentato dall'Unione Europea sull'attuazione della Convenzione, raccomandando di «Favorire la de-istituzionalizzazione e la partecipazione delle associazioni di disabili alla vita pubblica con finanziamenti dedicati». Le raccomandazioni del Comitato dovranno essere attuate dalle Istituzioni comunitarie e riportate nei prossimi rapporti (secondo e terzo) da presentare entro il 23 gennaio 2019.

Il Comitato ha raccomandato all'Unione Europea di rivedere la propria legislazione per armonizzarla con la Convenzione e attuarla, prevedendo un budget, tempistiche e un sistema di monitoraggio (in particolare quello per la Strategia europea per la disabilità 2010-2020), in consultazione con le persone con disabilità e le loro associazioni.

Sintetizziamo alcuni punti fondamentali.

Inclusione, non discriminazione e parità di genere.
Il Comitato, ad esempio, ha sottolineato la mancanza di provvedimenti che proibiscono la discriminazione delle persone con disabilità in alcune Direttive dell'Unione:

  • 2000/43: parità di trattamento indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica;
  • 2004/113: principio della parità di trattamento tra uomini e donne all'esterno del mercato del lavoro;
  • 2006/54: parità fra gli uomini e le donne nel mercato del lavoro.

Secondo il Comitato, inoltre, non solo le donne e ragazze con disabilità devono essere incluse nella futura strategia "Gender Equality", ma anche i programmi e le politiche sulla disabilità devono essere adattati ad una prospettiva di genere, monitorandone i risultati con apposite raccolte di dati. Anche la nuova agenda per i diritti dei minori dovrà includere una strategia per ragazzi e ragazze con disabilità e favorire la loro partecipazione nelle decisioni che li/le riguardano.

Togliere i fondi alle strutture residenziali per finanziare le comunità.
Il Comitato ha raccomandato anche che i fondi strutturali e di investimento vengano usati per sviluppare servizi per ragazzi e ragazze con disabilità e le loro famiglie e per favorire la de-istituzionalizzazione. Prioritario, per il Comitato, è favorire la vita indipendente soprattutto di persone con disabilità (con menomazioni a livello intellettivo e psichico) che ancora vivono in strutture invece che in comunità.

In questo senso è stata forte la critica che il Comitato ha mosso all'utilizzo dei fondi europei, da parte di alcuni Stati, per finanziare strutture residenziali piuttosto che comunità: «L'UE - ha esplicitato il Comitato - sospenda, ritiri e recuperi i finanziamenti che violano l'obbligo di rispettare i diritti umani».

Mobilità, lavoro, comunicazione e diritti delle persone rifugiate con disabilità.
Tra i suggerimenti del Comitato anche quello di una "European Mobility card" per favorire i diritti dei passeggeri e delle passeggere con disabilità.

I membri del Comitato hanno espresso preoccupazione per l'alto tasso di disoccupazione delle persone con disabilità e hanno raccomandano una specifica formazione negli Stati membri per favorire l'accessibilità nei luoghi di lavoro, oltre che la partecipazione alla vita pubblica e culturale.

Il Comitato, inoltre, raccomanda campagne di comunicazione e sensibilizzazione sui diritti delle persone con disabilità e contro i pregiudizi con particolare attenzione alle persone con menomazioni intellettive.

Il Comitato, infine, ha sottolineato l'importanza di favorire l'attenzione alle persone migranti e rifugiate con disabilità, fornendo adeguate sistemazioni e impedendone la detenzione.


La Campagna "Freedom of Movement" e la soddisfazione dell'EDF

La Campagna "Freedom of Movement" intende perseguire tre livelli di libertà: delle persone, dei beni e dei servizi per le persone con disabilità. Per questo motivo Yannis Varadkastanis, presidente dell'EDF (Forum che rappresenta ottanta milioni di persone con disabilità dell'Unione Europea), commenta con soddisfazione la pubblicazione del testo dell'European Accessibility Act.

«Nei prossimi messi - aggiunge Vardakastanis - lavoreremo in modo serrato insieme alle Istituzioni Europee, alle organizzazioni nostre partner e agli altri portatori d'interesse del settore, per rendere concretamente significativo questo pezzo di legislazione continentale, nei confronti di 80 milioni di persone europee con disabilità».

La Commissione Europea ha messo in agenda un iniziale periodo consultivo di otto settimane, durante il quale le varie organizzazioni - compreso l'EDF - produrranno una dettagliata analisi del testo pubblicato, che, successivamente, proseguirà la propria strada all'interno della normale procedura legislativa, coinvolgendo sia il Parlamento che il Consiglio Europeo.

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