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L'EDF contesta la Commissione Europea: «La disabilità non è solo una questione di lavoro»

Pubblicato il 12/06/2015 - Letto 2489 volte
Varsavia, 30 e 31 maggio 2015. Durante l'Assemblea Generale, l'European Disability Forum (EDF) contesta alla Commissione Europea il trasferimento delle politiche sulla disabilità dalla Direzione Generale Giustizia a quella Occupazione. «È un passo indietro», protesta l'EDF ed elabora una risoluzione nella quale si propone la creazione di una Commissione unica, sotto il Segretariato generale, con la finalità di applicare la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, tanto più che il Comitato dell'ONU, incaricato di verificare l'attuazione della stessa in Europa, ha presentato un "elenco di problemi".

L'Assemblea Generale annuale dell'European Disability Forum (EDF) - organizzazione non governativa che dà voce a circa 80 milioni di persone con disabilità in Europa - ha riunito a Varsavia, il 30 e 31 maggio 2015, i rappresentanti del movimento delle persone con disabilità di tutta Europa, insieme ai rappresentanti delle istituzioni europee: la Commissione Europea, il Mediatore Europeo, l'Agenzia per i Diritti Fondamentali e varie autorità politiche.

È stata un'occasione per ribadire alcune questioni importanti che riguardano le politiche europee in favore delle persone con disabilità dei prossimi anni.

Il presidente dell'EDF, Yannis Vardakastanis, ha sottolineato che il 2017 sarà un anno particolarmente importante perché segnerà due importanti anniversari: il ventesimo della nascita dell'EDF stesso, e il decimo della ratifica da parte dell'Unione Europea della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Vardakastanis, quindi, ha proposto di organizzare e condurre delle campagne nazionali di comunicazione all'interno dei paesi membri dell'Unione Europea (UE) per accompagnare anche il lavoro di implementazione e applicazione della Convenzione dell'ONU: «Dobbiamo cambiare - ha sottolineato - il nostro modo di pensare e di agire per fare in modo che la Convenzione sia applicata».

In merito alla Convenzione, tra l'altro, è attualmente aperta la procedura di esame del rapporto che l'UE ha inviato al Comitato delle Nazioni Unite incaricato di valutare l'effettiva attuazione della Convenzione: sulla base dell'esame del rapporto dell'UE al Comitato delle Nazioni Unite, e tenuto conto di rapporti alternativi - i cosiddetti "rapporti ombra", tra cui quello dello stesso EDF -, il Comitato delle Nazioni Unite ha chiesto all'UE di rispondere ad un "elenco di problemi". In tale contesto, nel corso della riunione, i membri europei dell'EDF hanno condiviso le proprie esperienze nel processo di revisione. I membri nazionali dell'EDF hanno presentato le proprie esperienze dal punto di vista del processo di revisione del loro paese, ed i membri del quadro di vigilanza dell'Unione europea sulla Convenzione dell'ONU hanno condiviso le loro opinioni sulla lista dei problemi. Molti dei membri dell'EDF, inoltre, potranno anche dare un contributo diretto in risposta alla lista delle questioni sollevate, soprattutto sui temi chiave più rilevanti per le persone europee con disabilità, tra cui la libertà dalla tortura, la capacità giuridica, la cooperazione internazionale e il diritto alla vita indipendente.

La questione più rilevante, tuttavia, ha riguardato la decisione della Commissione Europa, presieduta dal lussemburghese Jean-Claude Juncker, di trasferire la responsabilità delle politiche sulla disabilità dalla Direzione Generale "Giustizia e consumatori" alla Direzione Generale "Occupazione affari sociali ed inclusione".

Questo passaggio è stato fortemente contestato dall'EDF. Come si legge nella risoluzione che l'EDF ha prodotto durante l'Assemblea Generale: «la Commissione Europea ha avuto la lungimiranza di stabilire il punto focale sull'attuazione della Convenzione sotto la Direzione Generale per la Giustizia. Questo significava l'impegno dell'Unione europea per affrontare i diritti delle persone con disabilità come una questione di diritti umani e la garanzia di un'adeguata attenzione politica portando il punto focale sotto la diretta responsabilità del vicepresidente Reding».

In particolare, l'EDF, pur riconoscendo l'importanza del diritto al lavoro delle persone con disabilità all'interno della Direzione Generale dell'"Occupazione, affari sociali e inclusione", ritiene che la Commissione Europea abbia tuttavia «compiuto un passo indietro spostando il punto focale dalla Direzione Generale "Giustizia" alla Direzione Generale "Occupazione". Quest'azione rileva che i diritti delle persone con disabilità sono considerati dall'UE come un problema solamente connesso con il lavoro».

Il punto discriminate, denunciato dall'EDF, riguarda il differente trattamento che i diritti delle persone con disabilità hanno rispetto a quelli delle altre persone: «Con quest'azione regressiva, la Commissione ha prodotto una separazione all'interno delle strutture, dove i vari motivi di discriminazione, sono tutelati ai sensi dei vari trattati europei. I diritti delle donne, delle minoranze etniche, religiose, degli anziani e delle persone LGBTI [acronimo che significa persone Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Intersessuate, N.d.R.] sono tutti gestiti dalla Direzione Generale "Giustizia", mentre le persone con disabilità sono sotto la Direzione Generale "Occupazione". Questa separazione porterà ad approcci incoerenti rispetto alla lotta contro le discriminazioni nell'ambito dei vari motivi e meno attenzione strategica per i diritti fondamentali in Europa».

La risoluzione prodotta, quindi, chiede di modificare l'organigramma, creando una Direzione unica che si occupi di disabilità e che faccia capo al Segretariato generale della Commissione. Tale organo, al quale dovrebbe essere assegnato il compito di dare piena e completa attuazione alla Convenzione ONU all'interno dell'Unione Europea, dovrebbe muoversi in sintonia con gli uffici che in ogni Direzione Generale si occupino di disabilità.

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