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La "Manovra di Ferragosto": una premessa per la riforma fiscale e assistenziale

Pubblicato il 24/08/2011 - Letto 3546 volte
A nemmeno un mese dall'approvazione della "Manovra" economica di luglio, il 13 agosto il Governo ha emanato un ulteriore Decreto Legge (la cosiddetta "Manovra-bis" o "Manovra di Ferragosto") che integra il precedente, rendendone ancora più stringenti le condizioni e riducendo i tempi affinché queste abbiano il loro effetto. Qualora il testo del Decreto venisse approvato dal Parlamento così come è, quali potrebbero essere le conseguenze che dovranno vivere le persone con disabilità nel prossimo futuro? Quali servizi "sopravvivranno"? In sostanza, servono 24 miliardi: e la "Manovra-bis" sembra essere la premessa della drastica riforma fiscale e assistenziale già abbozzata dal Governo i primi di luglio (e di cui si è detto in queste pagine).

Nel mese di luglio, con il Decreto Legge n. 98 del 6 luglio 2011 (approvato e convertito con Legge n. 111 del 15 luglio 2011), il Governo ha iniziato una manovra finanziaria di una portata notevole nel panorama italiano degli ultimi anni. Il "Decreto della paura", la "bomba ad orologeria" - come fu definito il Decreto n. 98/2011 dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) nel commento (leggi qui) - venne approvato dal Parlamento nel giro di poco più di una settimana, senza sostanziali modifiche e senza che gli emendamenti proposti dalla FISH venissero minimamente presi in considerazione.

La "Manovra di Ferragosto" (approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto 2011), in questi giorni, è in discussione in Parlamento, per l'esame e il dibattito al fine della sua conversione in legge ordinaria entro sessanta giorni, pena la sua decadenza. Auspichiamo che, almeno questa volta, le mozioni della FISH vengano accolte (per conoscere la "contromanovra" della FISH, si legga la news qui).

Ma cosa cambia con le due "manovre" per le persone con disabilità?


I tempi dei "tagli" della spesa degli Enti locali

Forse la più importante novità del Decreto di agosto rispetto a quello di luglio si trova nell'anticipazione dei tempi per i tagli ai bilanci degli Enti locali: dal 2014 al 2013.

In totale, già nel 2012 Regioni, Province e Comuni dovranno risparmiare 6 miliardi di Euro che diventeranno, 6,4 miliardi nel 2013 e 6,4 miliardi dal 2014 in poi. In particolare: 3,6 miliardi dovranno essere recuperati dalle Regioni, 1,7 miliardi dai Comuni (2 miliardi dal 2013 in poi) e 700 milioni dalle Province (800 dal 2013 in poi). Per quanto riguarda queste ultime, tra l'altro, l'Umbria rientra tra le regioni che vedranno modificare il proprio assetto provinciale in modo più netto, dal momento che la Provincia di Terni rientrerebbe tra quelle che - essendo composte da un numero inferiore di 300.000 abitanti - rischiano di essere eliminate.

Inoltre, il meccanismo che dovrebbe essere assunto si rifà al «patto di stabilità» fra lo Stato e le Autonomie locali, ossia un regolamento che impedisce a Regioni ed Enti locali di gestire i propri bilanci oltre determinati limiti di spesa.

Come reagiranno gli Enti locali? Sostanzialmente, si possono individuare tre modalità:

  • diminuire la quantità e la qualità dei servizi locali offerti (trasporto, servizi sociali, ecc.);
  • aumentare la partecipazione alla spesa per il costo dei servizi da parte dei cittadini;
  • aumentare le imposte locali per finanziarli.


Le "Manovre" come una premessa per la riforma assistenziale e fiscale

I primi di luglio abbiamo pubblicato un focus in merito alla bozza della riforma fiscale e assistenziale che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo stesso giorno in cui ha varato la Manovra di luglio.

Di questa bozza per la riforma fiscale e assistenziale non viene detto molto nei mass media, perché viene dato maggior risalto alle due Manovre estive che riguardano molte più tematiche e coinvolgono molte più persone e "categorie". Tuttavia, è proprio questa riforma che avrà esiti significativi sulla qualità di vita delle persone con disabilità, ed è per questo che bisogna parlarne.

Ma la riforma fiscale e assistenziale (di cui - si ripete - è nota solo una bozza di Disegno di Legge) è strettamente connessa con entrambe le Manovre estive. Vediamo come.

L'articolo 40 della Manovra di luglio prevedeva due sistemi alternativi per recuperare 24 miliardi di Euro fino al 2014 (4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi nel 2014):

  • il taglio lineare della quasi totalità delle agevolazioni fiscali esistenti per la maggioranza dei contribuenti (per le persone con disabilità si ricordano le detrazioni per i carichi di famiglia, per la bandante/colf, per gli ausili, per i veicoli adattati, detrazioni per lavoro dipendente, ecc.): in particolare, al 5% dal 2013 e al 20% nel 2014.
  • qualora entro il 30 settembre 2013 siano adottati «[…] provvedimenti legislativi in materia fiscale ed assistenziale con oggetto il riordino della spesa in materia sociale, nonché la eliminazione o riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali […]», il taglio delle agevolazioni verrebbe evitato.

La Manovra di agosto, in merito a questi due sistemi, si limita ad anticipare le date: ciò che era previsto per il 2013 passa al 2012, così come ciò che era previsto per il 2014 passa al 2013 (pertanto, saranno disposti recuperi di 4 miliari per il 2012, di 16 miliardi per il 2013 e 20 miliardi a decorrere dal 2014). Inoltre, prevede una terza ipotesi alternativa: rimodulare anche le imposte indirette, ossia l'IVA, le imposte di bollo, le tasse di successione e così via.

Come si capisce, quindi, la riforma fiscale e assistenziale non solo è imminente, ma costituisce l'"alternativa" all'eliminazione delle agevolazioni fiscali.

Tra l'incudine e il martello?
Analizzando le due alternative proposte dalle Manovre, sembra che le persone con disabilità ed i loro familiari si collocheranno, comunque, in una posizione sfavorevole.

La prima ipotesi - quella del taglio lineare alle agevolazioni fiscali - risulta essere un intervento che colpirà in modo negativo proprio quei nuclei familiari in cui è presente una persona con disabilità: queste famiglie, infatti, sono proprio quelle che usufruiscono maggiormente spese detraibili, che sono prevalentemente quelle di assistenza sanitaria e protesica (che, generalmente, sono anche le più onerose) o quelle per i familiari a carico, deduzioni per la badante/colf e così via.

Nella seconda ipotesi - quella della riforma fiscale e assistenziale - è necessario prestare attenzione alla dizione «[…] eliminazione o riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali […]». Il suo significato è ambiguo e porta ad ipotizzare tristi presagi. È noto infatti che la "sovrapposizione" di prestazioni assistenziali e agevolazioni fiscali è una sorta di "costante" tra le persone con disabilità: si pensi a quanti percepiscono, ad esempio, l'assegno di cura e detraggono il 19% IRPEF per l'acquisto dell'auto.

Per maggiore informazioni in merito alle possibili conseguenze della riforma, si consiglia di leggere il focus: «Il disegno di legge sulla riforma fiscale e assistenziale».

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