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I permessi lavorativi costano! Ma quanto costerebbe la loro assenza?

Pubblicato il 22/04/2011 - Letto 3832 volte
In questo focus - in risposta ai dati del Ministero della Pubblica Amministrazione sul costo dei permessi lavorativi della Legge n. 104/1992 - viene descritto quanto incide per le famiglie il costo dell'assistenza ai familiari con disabilità.

L'Umbria ha 900.790 abitanti di cui - secondo l'ISTAT - circa 150.000 hanno una disabilità (il 6% circa della popolazione nazionale con disabilità). Di questi, inoltre, circa 100.000 sono anziani (ossia persone ultra sessantacinquenni) riconosciuti in condizione di non autosufficienza [ISTAT, 2009].

Sebbene il concetto di "disabilità" espresso dall'ISTAT non coincida con la certificazione dello «stato di handicap» (si sensi della Legge n. 104/1992) è ipotizzabile che quasi la totalità delle persone anziane abbiano il riconoscimento dello «stato di handicap in situazione di gravità» (ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della Legge n. 104/1992) che dà il diritto ai familiari di poter richiedere i permessi lavorativi (così come previsto dall'articolo 33 della Legge n. 104/1992).

Secondo i dati del Ministero della Funzione Pubblica rispetto ai permessi lavorativi adoperati dai pubblici dipendenti umbri (per il cui commento si rimanda alla seguente news), sarebbero solo 6.634 i lavoratori che adoperano tale forma di supporto. Sempre secondo le stime del Ministero, l'utilizzo dei permessi costerebbe - in termini di giornate lavorative perse dai lavoratori - circa 17,9 milioni di Euro.

Il dato potrebbe sembrare rilevante, ma quanto costa l'assistenza alle famiglie?

Dal 44° Rapporto annuale del CENSIS sulla situazione sociale del Paese (fine del 2010), i costi per la non autosufficienza ricadono ancora in gran parte sulle famiglie, che sono costrette a farsi carico quasi totalmente dell'assistenza e a sostenere i costi relativi.

  • La condizione di disabilità, infatti, comporta dei costi che possono incidere sull'equilibrio economico e sociale della famiglia, in particolare nelle varie fasi che la persona vive: dall'insorgenza della menomazione, all'adeguamento dell'abitazione e così via. Facendo qualche esempio:
  • La spesa sostenuta da una famiglia che assiste una persona con lesione al midollo spinale è in media pari a 26.900 euro per il primo anno della lesione (considerato i costi per le modifiche dell'abitazione, le spese sanitarie, le visite specialistiche, l'assistenza e i viaggi verso la struttura di ricovero). La stima scende intorno a 14.700 euro per gli anni successivi [studio IAS, 2010, p. 53].
  • La spesa sostenuta dalle famiglie che assistono una persona che ha il Morbo di Alzheimer ammonta a 10.627 euro all'anno, a cui possono essere sommati i circa 46.000 euro di costi indiretti (ossia dovuti alla necessità del familiare di rinunciare a lavorare, ecc.), per un esborso medio annuo complessivo di 56.646 euro [studio CENSIS, 2010].
  • La spesa sostenuta dalle famiglie che assistono una persona che ha l'artrite reumatoide ammonta a circa 11.250 Euro all'anno per costi diretti e indiretti [studio CENSIS, 2010].
  • La spesa sostenuta dalle famiglie che assistono una persona che ha un'insufficienza renale sale fino a circa 15.000 euro all'anno.

A questi dati si aggiunga che le famiglie sono chiamate in causa molto più di quanto creda, anche nell'assistenza "domestica". Infatti, se il fenomeno delle badanti ha numeri importanti, e riguarda il 10,7% dei casi, la stragrande maggioranza dei casi rimane in carico ai care giver di famiglia, madri, coniugi e figli. Il 35,1% delle famiglie ha dichiarato di essersi rassegnato alla lunghezza delle liste d'attesa senza poter optare per la sanità privata: quota che raggiunge il 51,9% per i livelli economici bassi e il 42,8% per i ceti medio-bassi.

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