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Conferenza di consenso a Roma: la segregazione e come riconoscerla

Pubblicato il 28/07/2017 - Letto 1998 volte
Si è svolta a Roma, nelle giornate del 15 e del 16 giugno, la "Conferenza di consenso" promossa dalla FISH che ha avuto per oggetto la segregazione, con lo scopo di far più luce possibile su un fenomeno ancora poco conosciuto e indagato grazie a un confronto tra associazioni e una Giuria qualificata di tecnici , per arrivare a delineare un impegno concreto nel riconoscimento della segregazione e il suo superamento.

È proprio la segregazione ad essere stata al centro della "Conferenza di Consenso" promossa dalla FISH (Federazione Italiana Superamento dell'Handicap) con il patrocinio di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Confcooperative Federsolidarietà e Lega della Cooperative. La questione di fondo che ha dato avvio alla conferenza è "quando un servizio abitativo, diurno, riabilitativo può definirsi segregante?"

Partiamo dai numeri presentati. Dai dati prodotti dalla FISH, al 31 dicembre 2014, le persone con disabilità e non autosufficienti presenti nei centri residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari erano circa 273.316, di cui 3.147 minori con disturbi mentali; 51.593 adulti con patologia psichiatrica; 218.576 anziani non autosufficienti (l'83% del totale).

La FISH denuncia la pochezza del materiale di studio prodotto su questo fenomeno e soprattutto di indagini periodiche in tali strutture per accertamenti sulle reali condizioni di vita e di trattamento (sono ancora tanti i casi segnalati alle autorità di episodi di violenze e maltrattamenti); ciò non permette di definirne bene i contorni, ma stando ai dati prodotti è evidente come sia alto il numero di persone che, per propria volontà o su decisione presa da altri, ricorrono a tali strutture. Questo avviene soprattutto nei casi di persone che hanno patologie mentali e relazionali e/o di anziani non autosufficienti, in quanto la necessità di maggiore assistenza e di un forte sostegno spesso non sono accompagnati da adeguati supporti territoriali, rendendo quasi obbligata la scelta di un ricovero residenziale.

Il ricorso a tali strutture, tuttavia, non è l'unica via scelta, ma sicuramente una delle più diffuse, nonostante non siano poi così recenti politiche di deistituzionalizzazione e di mantenimento della persona presso il proprio domicilio.

A suscitare preoccupazione tra le associazioni è proprio il fatto che soprattutto alcune strutture dedicate all'accoglienza dei minori con disabilità non riproducano contesti di vita "familiari" e accoglienti, ossia con la presenza di due operatori nelle veci delle figure genitoriali, ma, al contrario, siano "comunitari" e segreganti, cioè istituti di grandi dimensioni che non riproducono affatto la struttura della famiglia. Ciò, oltre a sottovalutare l'importanza di un modello di assistenza e di cura inclusivo e rispettoso della dignità di ogni individuo, si configura come una grave violazione dei diritti umani.

È stato inoltre evidenziato come tenda a persistere una concezione sanitaria e ospedaliera nelle modalità di organizzazione di tali strutture, la quale poi si ripercuote sul trattamento della persona e, di conseguenza, sulla considerazione che hanno di lei, che pertanto viene trattata come "malata" cui viene negato il diritto di autodeterminarsi.

Per fronteggiare tali situazioni la FISH auspica una collaborazione con Regioni ed Enti Locali, per incidere significativamente sulla modifica dei criteri di accreditamento affinché riguardino i "processi interni alla struttura e si focalizzino sulla personalizzazione dei progetti di vita" e non puntino solo all'autoconservazione della struttura stessa.

Gli obiettivi finali cui la Conferenza è approdata sono stati riassunti in tre line di azione: liberare le persone che sono costrette a vivere condizioni disumane e degradanti; individuare le strutture segreganti con lo scopo o di riconvertirle o chiuderle definitivamente, avendo la sicurezza di una legislazione regionale o statale che preveda controlli e misure di contrasto alla segregazione; delineare nuovi modelli inclusivi di servizi e sostegni per l'abitare che siano dignitosi, secondo i canoni e gli obiettivi di vita di ciascuno.


I documenti

Di seguito riportiamo i materiali della conferenza:
Programma completo dell'evento [link a sito esterno].
Documento preparatorio alla Conferenza di Consenso [link a sito esterno].

Definire la segregazione nei servizi residenziali:
Cosa si è scritto su questo fenomeno [link a sito esterno] di Ciro Tarantino, Università della Calabria.
Cosa sappiamo di questo fenomeno [link a sito esterno] di Daniela Bucci, ricercatrice FISH.
Cosa pensiamo di questo fenomeno [link a sito esterno] di Giovanni Merlo, Responsabile Progetto "Superare le resistenze".
Cosa si è fatto su questo fenomeno [link a sito esterno] di Carlo Giacobini, Direttore HandyLex.org.

Le proposte:
Proposta di Documento condiviso [link a sito esterno].
Proposta di Poster finale [link a sito esterno].

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