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La "manovra" del Governo e l'inclusione scolastica: alcune indiscrezioni

Pubblicato il 4/07/2011 - Letto 2502 volte
Iniziano a manifestarsi preoccupazioni sulla bozza della "manovra" economica per le possibili ripercussioni nei confronti dei diritti delle persone con disabilità. Il tema della scuola, ad esempio, sembra preoccupare molto i vertici della FISH: il Ministero annuncia che non sono previsti tagli, ma la questione del diritto allo studio degli alunni con disabilità è tutt'altro che risolta.

Dalle indiscrezioni emergenti è possibile individuare alcuni punti che meritano attenzione. Fintantoché il Decreto Legge non sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale (sembra che si tratti di giorni, se non addirittura di ore), è possibile muoversi solo tra il "vociferare" di bozze e di circolari di smentita. Comunque, dalle informazioni in nostro possesso, è possibile individuare alcuni punti che hanno destato la preoccupazione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) ed, in particolare, di Salvatore Nocera (vicepresidente della FISH) che ha manifestato il proprio dissenso in un comunicato dell'AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

Veniamo ora ai punti più controversi in merito di inclusione scolastica.

Il sovraffollamento delle classi

Il sovraffollamento in classe è, da sempre, un problema per gli alunni e gli insegnanti: in una classe di 30 alunni è complicato fare lezione; figuriamoci se si possa parlare di inclusione di un alunno con disabilità.

Il caso nella nostra regione
Anche in Umbria, ad esempio, il sovraffollamento crea problemi. Disagi a Terni dove alla scuola secondaria di primo grado Marconi, per il prossimo settembre, è stata formata una classe con 28 alunni di cui due con disabilità; ma la stessa situazione si presenta in altre scuole, come all'Istituto Professionale Casagrande in una classe di 27, dove sono due i ragazzi con disabilità.

Al Centro per l'Autonomia Umbro e alla FISH Umbria ONLUS sono arrivate segnalazioni da Castiglion del Lago, con una lettera di genitori della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti delle persone Audiolese), preoccupati per la medesima ragione, e anche da fuori regione, come ad esempio quella di un padre marchigiano che ha telefonato per suo figlio che vuole iscrivere suo figlio ad una scuola parificata paritaria (nella quale rischia di non avere il sostegno) perché in quella pubblica, il numero di alunni è di 30.

La novità della "manovra"
In una bozza del testo del Decreto Legge, all'articolo 7, viene detto che il tetto massimo di 20 alunni previsto dalla legge verrebbe a decadere, qualora ci sia un rapporto 1 a 1 tra alunni con disabilità e insegnanti di sostegno (perlomeno per le prime classi di ciascun ciclo). Addirittura, i tetti si potranno innalzare fino a 29 alunni per la scuola dell'infanzia, 27 per la primaria, 30 per le scuole secondarie di primo e secondo grado.

La rettifica
Una bozza circolante la sera di venerdì 1° luglio, che sembra definitiva, non presenta più questa norma.

«Se così fosse - commenta Nocera nel comunicato stampa dell'AIPD - ci si rallegra perché a seguito di lagnanze informali fatte pervenire al Ministero si è evitato l'ennesimo colpo di mano alla qualità dell'inclusione scolastica per motivi di tagli indiscriminati».

La nomina del membro dell'INPS nelle commissioni 104

Le novità della "manovra"
La norma prevedrebbe la nomina a titolo gratuito di un rappresentante dell'INPS nelle «commissioni mediche di cui all'art. 4 della legge n. 104/92, nei casi di valutazione della Diagnosi Funzionale costitutiva del diritto all'assegnazione del docente di sostegno».

Il commento
La norma appare un po' confusa: infatti, le commissioni mediche previste dall'articolo 4 della Legge n. 104/1992 altro non sono che quelle per l'accertamento dello «stato di handicap», per le quali - come in quelle per l'accertamento dell'invalidità civile e in quelle per la condizione di disabilità ai fini del collocamento al lavoro (Legge n. 68) - è già prevista la presenza di un membro dell'INPS dalla Legge n. 102/2009 (articolo 20, comma 1).

Inoltre, la norma - oltre ad ignorare le commissioni di accertamento dello «stato di handicap» ai fini scolastici di cui al DPCM n. 185/2006 - confonde le commissioni di accertamento dell'handicap di cui si è detto con le Unità Multidisciplinari delle ASL che redigono la Diagnosi Funzionale e con il gruppo di lavoro che valuta la diagnosi funzionale per la formulazione del Progetto Educativo Individualizzato (PEI). 
«Si confida - dice ancora il comunicato dell'AIPD - che in sede di approvazione parlamentare del Decreto Legge [vedi nota in fondo alla news N.d.R.] questa confusione venga fugata».

Ci si domanda, inoltre, se la presenza del membro dell'INPS all'interno delle commissioni di accertamento dello «stato di handicap» - tenuto conto delle considerazioni fatte sopra - possano risolvere il problema dei tempi per avere la certificazione dello «stato di handicap» in tempi più brevi di quanto avviene oggi.

Finora la questione del ritardo dell'accertamento dello «stato di handicap» è stata la causa di gravi disagi per le famiglie: spesso il termine per fare la domanda per il sostegno scade prima dell'avvenuta certificazione. La conseguenza? Che a settembre l'alunno non ha il sostegno.

Ci si domanda ancora se, anche guardando ciò che è successo per l'invalidità civile, inserire un membro INPS per la certificazione dello «stato di handicap» da parte delle ASL potrà rappresentare una garanzia?

Il caso nella nostra regione
Dai colloqui che la FISH Umbria ONLUS ha tenuto con l'Ufficio Scolastico Provinciale, è emersa la volontà di cercare soluzioni per accelerare i tempi di accertamento dello «stato di handicap» e di garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni con disabilità; tra le varie ipotesi è stata avanzata anche quella della creazione di una "corsia preferenziale" all'INPS, ma le proposte devono ancora essere valutate in maniera dettagliata.

Un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità

Le novità della "manovra"
La norma del provvedimento che ribadisce in organico di diritto il rapporto di un insegnante ogni due alunni con disabilità, doverosamente il Governo ha dovuto esplicitare il diritto alla deroghe ristabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010.

La formazione dei docenti

Le novità della "manovra"
«Priorità agli interventi di formazione di tutto il personale docente sulle modalità di integrazione degli alunni disabili»: quindi, se in una classe c'è un alunno con disabilità, dovranno essere adeguatamente formati anche i docenti di classe, e non solo quelli di sostegno.

Il commento
È sicuramente un fatto positivo che siano state recepite le sollecitazioni arrivate nelle scorse settimane dalla Fondazione Agnelli, da Treellle e dalla Caritas. Almeno un aspetto positivo…

Tuttavia - precisa il comunicato dell'AIPD - la norma è interessante, ma, allo stesso tempo, è ambigua, dal momento che prevede tale aggiornamento allo scopo di ridurre la richiesta di ore eccessive di sostegno. Tale norma, quindi, sembrerebbe dettata più dalla necessità di ridurre la spesa per il sostegno che da quella di una effettiva, seria ed obbligatoria formazione iniziale e ricorrente in servizio dei docenti curriculari.

Alla scuola la didattica, agli enti locali l'assistenza agli alunni

Le novità della "manovra"
La norma prevede che la scuola si occuperà soltanto dell'aspetto strettamente didattico; saranno gli altri soggetti istituzionali (Regioni, Province e Comuni) a dover fornire le risorse materiali e professionali per garantirlo. Quindi, relativamente all'inclusione degli alunni con disabilità, si tratta dell'assistenza fisica agli alunni (igiene personale, ecc.).

Il commento
In Umbria - ai vertici regionali - già si manifestano preoccupazioni per la carenza di fondi a disposizione, cosa che si ripercuoterà soprattutto sugli alunni: data la riduzione di fondi a Comuni e Province, ci sarà ancora qualcuno che accompagnerà in giardino o in bagno un alunno che non può farlo da solo?

Nota: la "manovra" è, formalmente, un Decreto Legge. Questo Decreto, che molto probabilmente verrà emanato dal Presidente Napolitano questa sera, verrà subito pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e diventerà immediatamente esecutivo. Il Parlamento, tuttavia, ha il dovere di "convertirlo" in Legge entro 60 giorni: la "manovra", quindi, passerà all'esame del Senato per tornare alla Camera prima della pausa estiva per il "via libera" definitivo. Come si legge in alcuni quotidiani, pare che la conferenza dei capogruppo di Montecitorio abbia già calendarizzato al 25 luglio prossimo la conversione parlamentare del testo [Fonte: la Repubblica, 1 luglio 2011].


 

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