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Scoperte barriere "dimenticate" negli uffici: lo "stupore" di Colasanti

Pubblicato il 27/05/2011 - Letto 2597 volte
Ancora una volta ci troviamo a riportare la "notizia" di una persona con disabilità che si è imbattuta in una delle barriere "dimenticate" negli uffici pubblici della nostra città. Parliamo dei cinque gradini all'ingresso degli uffici giudiziari di Terni che hanno trovato risalto nella recente cronaca locale.

Sulle pagine del Corriere dell'Umbria di martedì 24 maggio scorso (leggi l'articolo - file in PDF) si è letto dell'ennesima barriera architettonica "dimenticata" che ostacola l'accesso ad un ufficio pubblico e quindi, oltre a non rispettare la normativa vigente, restringe la partecipazione sociale alle persone con disabilità.

Nello specifico, vittima di questo episodio discriminante è stato Gianfranco Colasanti (presidente dell'Unione Nazionale Mutilati ed Invalidi per Lavoro - UNMIL regionale) che si è trovato davanti cinque gradini e nessuna soluzione alternativa per accedere agli uffici giudiziari di Via Barbarasa a Terni.

Dopo molti anni, Colasanti, con instancabile tenacia, continua a porsi domande del tipo: «Vogliamo sapere di cosa parlano gli amministratori che si riempiono la bocca dei problemi della disabilità. Si sono resi conto della situazione? Qualcuno - continua - ha mai fatto qualche metro a piedi per verificare le cose?».

Non si può non condividere il rammarico e l'indignazione di Colasanti verso questo episodio di ingiustificabile discriminazione. È evidente che le Amministrazioni pubbliche sono obbligate a rispettare i diritti umani delle persone con disabilità (nello specifico il diritto alla mobilità e all'accessibilità) e quindi devono agire non "dimenticando" - oltre che le barriere - anche gli interventi e le risorse necessarie a garantire la completa esigibilità dei diritti.

Tra le risorse, venendo sempre meno quelle economiche, è quantomeno opportuno annoverare quelle relative al patrimonio di conoscenze ed esperienze da tempo disponibili a livello comunitario. Ovviamente intendiamo far riferimento ad "un'eccellenza ancora troppo poco valorizzata": il contributo che la rete associativa regionale e territoriale, nelle sue forme più strutturate - quali quelle delle due federazioni maggiormente rappresentative (la FISH Umbria ONLUS - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap e la FAND - Federazione delle Associazioni Nazionali Disabili dell'Umbria) -, può offrire nel garantire il perseguimento di un modello di viluppo sostenibile ed inclusivo alle istituzioni del nostro territorio (Comune, Azienda Sanitaria Locale, Provincia, Ufficio scolastico provinciale, ecc.).

Il Comune di Terni, deliberando per la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (leggi la delibera) e prevedendo il ricorso al modello di Agenda 22 (leggi il progetto) nel Piano Regolatore del Sociale, ha espresso chiaramente quest'intenzione. E allora il concreto perseguimento di risultati in termini non solo di eliminazione di barriere architettoniche, ma di progettazione e realizzazione di una città per tutti (quindi inclusiva) non potrà essere raggiunta se non con la piena partecipazione di quel movimento associativo che per rappresentare e tutelare i diritti delle persone con disabilità, nel corso degli anni ha maturato quel patrimonio di conoscenze e competenze in ragione del quale intendono essere protagoniste autorevoli del cambiamento di questa città.

Le Associazioni delle persone con disabilità, infatti, attraverso la dimensione dell'aggregazione federativa (FISH e FAND), sono in grado di assumere un ruolo e una responsabilità politica supportata da una parallela competenza a livello tecnico, garantita da una rete di esperti, di tecnici nei diversi ambiti in cui si persegue il rispetto dei diritti delle persone con disabilità (diritto alla salute, allo studio, al lavoro, ecc.), considerando quelli all'accessibilità e alla mobilità come diritti trasversali. Queste sono le competenze di cui dispone il movimento associativo a livello tecnico-operativo, in particolare attraverso il Centro per l'Autonomia Umbro, centro di riferimento nella nostra regione all'interno della rete nazionale dei Centri EmpowerNet della FISH (leggi cosa sono i Centri EmpowerNet della FISH - collegamento a sito esterno - e il Centro EmpowerNet Umbro).

In questo senso, la protesta di Colasanti risulta essere un utile "promemoria" a tutti coloro - Istituzioni e Associazioni - che "dimenticano" barriere, ma soprattutto non capiscono in pieno la necessità di ricorrere quanto prima a processi decisionali e operativi quali modalità appropriate per garantire la non discriminazione e piena partecipazione alle persone con disabilità.

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