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Il "condono ai falsi invalidi": modalità bizzarre di affrontare i problemi delle persone con disabilità

Pubblicato il 23/06/2010 - Letto 2387 volte
Tra le migliaia di emendamenti alla Manovra finanziaria proposta dal Governo compare quello della Lega a proposito dei c.d. "falsi invalidi". L'idea del Carroccio è di aprire l'opportunità di un condono: entro 180 giorni, i "falsi invalidi" e i medici che li hanno certificati possono auto-denunciarsi, evitando così le eventuali sanzioni.

Secondo la proposta della Lega Nord, le persone che hanno un riconoscimento di invalidità civile considerato "falsato" - insieme ai medici che lo hanno emesso - dovrebbero auto-denunciarsi come rei di falso.

«In questo modo - spiega Massimo Garavaglia, vicepresidente leghista della Commissione Bilancio del Senato - diamo la possibilità allo Stato di risparmiare soldi e tempo per tutti gli accertamenti, mentre chi è nel torto potrà riparare senza pagare nulla. Sapendo che comunque prima o poi li avremmo scoperti».

La proposta della Lega - peraltro affatto nuova, visto un fallito precedente analogo nel 1994 - si basa su un'idea errata del procedimento di accertamento dell'invalidità civile.

La proposta, al di là delle falle strutturali (di cui si consiglia la lettura di questo focus di approfondimento), prevede solo un mero recupero di qualche migliaio di provvidenze economiche, senza introdurre nessun elemento di riorganizzazione e di efficienza.

La FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e la FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) esprimono le loro perplessità:

«I "falsi invalidi" sono una piaga innanzitutto per chi disabile lo è per davvero» afferma il Presidente della FISH Pietro Barbieri. «Non ci devono più essere scusanti per dilazionare l'impegno a favore delle persone con disabilità, l'adeguatezza degli stanziamenti, le politiche di reale inclusione».

Da parte sua, il Presidente della FAND Giovanni Pagano afferma: «Siamo storicamente contrari a questo genere di "inciuci" e agli avventurismi dalla destinazione incerta. Lo Stato si assuma la responsabilità dei controlli come ha già iniziato a fare».

In effetti, più che a queste estemporanee proposte, la preoccupazione maggiore deriva dall'incombere dei tagli al trasferimento alle Regioni. Uno studio della CGIA di Mestre della scorsa settimana evidenzia un taglio di ben 878 milioni di euro per le voci relative all'assistenza sociale.

(Tratto dal Comunicato Stampa FISH)

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