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"E se piove? Cambiamo la legge"

Pubblicato il 7/02/2015 - Letto 2444 volte
Il trattamento pensionistico con il calcolo contributivo non prevede il trattamento minimo di pensione, anche a chi in giovane età, viene colpito da grave invalidità o ha una pensione per il decesso del proprio caro. La Fap (Federazione Anziani e Pensionati) delle Acli presenta una proposta di legge per integrare le pensioni al minimo vitale.

Dalla FAP - Federazione Anziani e Pensionati delle Acli arriva una proposta di legge per garantire il minimo vitale a migliaia di nuovi invalidi. Appena quattro articoli per sollevare dall'indigenza migliaia di persone.

La questione riguarda in particolare coloro hanno cominciato a lavorare dopo il 1995, dopo che il governo Dini ha introdotto il sistema contributivo, cioè il calcolo della pensione basato solo sui contributi versati nel corso della vita e non più sulla media degli ultimi stipendi. Quella riforma ha eliminato la cosiddetta integrazione al minimo, cioè l'aggiunta di denaro da parte dello Stato che, quando l'assegno era troppo basso, lo integrava con ulteriori risorse.

Dai dati dell'Inps risulta che fino ad oggi sono state liquidate 51 mila pensioni con le nuove regole, praticamente tutte di invalidità o di reversibilità perché chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995 dovrà aspettare ancora diversi anni per le pensioni di vecchiaia. L' importo medio delle pensioni liquidate è di 173 euro al mese mentre, con l'integrazione al minimo, i lavoratori avrebbero portato a casa 502 euro al mese (comunque sotto la soglia di povertà).

Il minimo vitale, calcolato sulla base della soglia di povertà (ISTAT), consisterebbe in 7 mila euro l'anno, circa 580 al mese. Applicata alle pensioni liquidate fino ad ora con le nuove regole, l'integrazione scatterebbe una volta su tre, in 15 mila casi perché gli altri beneficiari hanno un assegno più alto o altre forme di reddito.

La FAP propone dunque di ripristinare l'integrazione al minimo per gli assegni calcolati con il solo metodo contributivo per garantire a tutti, attraverso la tutela previdenziale, un «minimo vitale» così come sancito dall' Articolo 38 della Costituzione: "I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria".

Vedi la proposta di legge (link a sito esterno)

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