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Strumenti per una Vita Indipendente: la figura professionale dell'assistente personale

Pubblicato il 31/08/2010 - Letto 4542 volte
Il processo di inclusione delle persone con disabilità porta con sé l'emergere di nuove figure professionali specifiche: una di queste è l'Assistente Personale. Nella visione della Vita Indipendente, in cui la persona con disabilità gestisce in modo autonomo e consapevole la propria vita e la propria quotidianità, la figura professionale dell'assistente personale acquista un ruolo imprescindibile.

Perché è necessario l'Assistente Personale

La necessità di fornire strumenti e facilitatori alle persone con disabilità per far raggiungere loro il più alto livello di attività e partecipazione ai contesti di vita e, quindi, aumentarne i livelli di salute, comporta la necessità di un sistema di welfare in grado di rispondere sia ai diritti/bisogni delle persone con disabilità, sia alle esigenze di contenimento della spesa da parte della rete dei servizi.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata dallo Stato italiano con Legge n. 18/2009), infatti, sancisce, all'articolo 19, il diritto alla Vita Indipendente ed all'inclusione nella società. Tale diritto è riferito a tutte le persone con disabilità indipendentemente dalla tipologia e dalla gravità della disabilità.

Il diritto alla Vita Indipendente è il diritto all'autodeterminazione della propria esistenza per affrontare e controllare in prima persona, senza nessuna decisione esterna o di altri, il proprio quotidiano e il proprio futuro.

Nel nostro Paese, il diritto alla Vita Indipendente è previsto, in modo embrionale, dall'art. 39, comma 2, lettera l-ter della legge n. 104/1992 (così modificato dalla Legge n. 162/1998). Il suo esercizio non può essere ricondotto solo ad un modello di organizzazione dell'assistenza alla persona, ma deve interessare l'intero sistema del welfare, il quale, fatto proprio tale principio, deve necessariamente rivedere e riscrivere tutta la filiera dei servizi rivolti alle persone con disabilità, a cominciare dall'assistenza domiciliare, all'inclusione scolastica e lavorativa, fino ad arrivare all'organizzazione dei servizi residenziali (Residenze sanitarie, Centri diurni, ecc.).

La realizzazione concreta del diritto alla Vita Indipendente, prevede la presenza di un importante facilitatore che è l'Assistente Personale, il quale rappresenta una delle risorse più importanti atte a garantire alla persona con disabilità il protagonismo all'interno della propria vita.

L'European Network on Independent Living così si esprime: «Il primo e più importante ausilio di cui le persone con disabilità necessitano per la loro libertà e per uscire dalla condizione di subalternità è l'Assistente Personale. In moltissimi casi l'Assistente Personale rappresenta la condizione senza la quale è impossibile parlare di uguali diritti e di autodeterminazione e grazie alla quale istituti, luoghi speciali e segregazione domestica diverrebbero inutili. È una figura professionale nettamente diversa da quel che è oggi in Italia l'assistente domiciliare, sia per formazione che per metodi di assunzione e di gestione. Si parla infatti di persone preparate a rispettare i princìpi della Vita Indipendente, tutelate da contratti dignitosi ed equi, assunte in forma diretta o consociata dalle persone con disabilità, addestrate dalle stesse persone con disabilità a svolgere le funzioni con esse pattuite. Soltanto rispettando queste indicazioni è possibile organizzare l'assistenza personale in modo da consentire la massima libertà di scelta, e quindi a rendere possibile ad ogni singolo utilizzatore di questi servizi il poter scegliere:

  • DA CHI farsi aiutare
  • COME farsi aiutare
  • QUANDO farsi aiutare.

Ogni compromesso in questo campo significa fallire, e per una persona con disabilità che non si veda riconosciuto questo diritto è come stare in istituto o in prigione».

Chi è e cosa fa l'Assistente Personale

L'Assistente Personale risponde a bisogni specifici delle persone con disabilità fisica grave, cioè non in grado di svolgere autonomamente le normali attività della vita quotidiana. In particolare, l'Assistente Personale deve rispettare gli obiettivi di vita della persona con disabilità in un rapporto di lavoro che vede la persona stessa titolare della gestione della propria assistenza. L'assistente personale, quindi, non prende decisioni al posto della persona. Infatti, questa figura nasce con lo scopo di non limitarsi ad accudire/sorvegliare la persona con disabilità (come la «badante»), ma con la finalità di far raggiungere alla stessa la Vita Indipendente.

I compiti dell'Assistente Personale vanno dalla cura e igiene personale e domestica, alla facilitazione negli spostamenti, nella facilitazione della gestione della casa, fino al supporto personale ovunque sia richiesto (al lavoro, in vacanza, durante i viaggi, dal medico, ecc.).

È evidente che il tipo di servizio che ogni persona con disabilità richiede non è standardizzato, ma varia sulla base delle necessità e dell'età della persona, oltre che della sua disabilità.
L'assistente personale deve permettere alla persona con disabilità, di realizzare tutto quello che altrimenti potrebbe fare da sola.

Rapporto di lavoro

La relazione che si crea tra la persona con disabilità e l'Assistente Personale deve costituirsi in un rapporto di lavoro in cui la persona con disabilità non solo è il datore di lavoro, ma anche il principale formatore del proprio Assistente Personale (l'Assistente Personale, nelle regioni dov'è previsto, può essere assunta dalla persona con disabilità tramite i finanziamenti dei progetti di Vita Indipendente). Affinché questo rapporto sia positivo, è necessario che la persona con disabilità abbia maturato un processo di empowerment in cui abbia la piena consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti e della capacità/necessità di richiedere aiuto laddove sia necessario, senza venir meno all'autodeterminazione. Dall'altra parte è necessario che l'Assistente Personale, affinché non sia una figura che si improvvisi tale, oltre a disporre di attitudini personali - quali l'empatia, la disponibilità, la riservatezza, ecc. - possa ricevere un'adeguata formazione professionale in merito ai princìpi della vita indipendente, alla gestione dei rapporti tra persona con disabilità (datore di lavoro) e Assistente Personale (dipendente).

Come cercare un Assistente Personale

La ricerca dell'Assistente Personale è un'attività attualmente legata alla libera iniziativa della persona con disabilità, soprattutto se questa ha una certa sicurezza delle proprie capacità/bisogni. La ricerca può essere fatta in completa autonomia o attraverso soggetti intermediari, che aiutano la persona con disabilità ad individuare colui o colei che risponde alle caratteristiche richieste.

Sulla scorta delle esperienze di altri territori, anche in Umbria è auspicabile prevedere un servizio di mediazione che possa favorire non solo l'incrocio della domanda e dell'offerta, ma anche supportare la persona nell'individuare i propri obiettivi di vita e bisogni per renderla consapevole del tipo di assistenza necessaria. Dall'altra parte, il servizio deve realizzare il bilancio delle competenze dell'aspirante Assistente Personale.

L'Assistente Personale in Umbria

La necessità di una formazione per l'Assistente Personale anche in Umbria sta iniziando a maturare con iniziative specifiche come, ad esempio, il corso per «Assistente personale di anziani, disabili e malati di Alzheimer», promosso dalla Regione Umbria, con il patrocinio dell'Unione Europea, del Fondo Sociale Europeo e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che si terrà nel mese di Settembre 2010 presso il Centro Studi di Villa Montesca (Città di Castello, PG).

È  possibile reperire ulteriori notizie su chi è l'Assistente Personale e su cosa fa, leggendo i seguenti articoli:

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