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«Disability manager»: il responsabile in materia di disabilità

Pubblicato il 21/07/2009 - Letto 5478 volte
Innovativo nel nostro Paese, già presente in altre parti d'Europa, il «Disability manager» ha il compito di promuovere la progettazione universale. È una figura a 360 gradi, capace di lavorare con i vari settori, servizi e assessorati dell'Amministrazione comunale, dalla cultura allo sport, dai trasporti alle scuole e all'urbanistica. È un tecnico in grado di dare consigli a funzionari e dirigenti su come tenere presenti le esigenze delle persone con disabilità.

Il Libro Bianco su accessibilità e mobilità urbana

Nel luglio del 2008 fu istituito un Tavolo Tecnico Amministrativo per definire delle linee guida per gli Enti locali in materia di accessibilità e mobilità. Al tavolo partecipavano: i Ministeri del Welfare e degli Esteri, la Cooperazione italiana, il Comune e l'Università di Parma, la Confindustria (categoria degli imprenditori del terzo settore), il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), le Fondazioni Snaidero e Don Gnocchi, il Centro di Formazione Formez e la Regione Friuli Venezia Giulia.

Al Tavolo, inoltre, hanno partecipato anche numerose associazioni di persone con disabilità e loro familiari, tra cui quelle della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), della FAND (Federazione Associazioni Nazionali Disabili) e della FIABA (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche).

Il 1° luglio 2009, a Roma, è stato presentato il frutto del Tavolo Tecnico: il Libro Bianco su accessibilità e mobilità urbana. L'opera, presentata dal Ministro del Welfare Maurizio Sacconi, dal Sindaco di Parma Pietro Vignali e dal suo Assessore con delega alle politiche per la disabilità Giovanni Paolo Bernini, vuole essere una sorta di manuale operativo per i Comuni italiani in fatto di accessibilità e mobilità urbana per le persone con disabilità, partendo dai princìpi della «progettazione per tutti».

Il Libro Bianco, quindi, tratta diversi aspetti della progettazione universale: dalla mobilità urbana, all'accessibilità; dai servizi, all'informazione. È corredato da 27 tavole operative che offrono indicazioni chiare e consigli pratici sulla progettazione, sull'automazione domestica, sui lavori pubblici, sulle politiche abitative, sullo sport, sulla cultura, sul turismo, sull'ambiente, ecc.


Il «Disability manager»

Un'importante innovazione del Libro Bianco è l'individuazione e la sperimentazione, per ora nei Comuni con più di 50 mila abitanti, della figura del «Disability Manager»: un responsabile tecnico in materia di disabilità con la funzione di promuovere e controllare le politiche sulla disabilità dell'Ente stesso. Egli si dovrà muovere dal settore dell'urbanistica a quello dell'architettura, per passare attraverso le scelte di responsabilità sociale dell'impresa.

Il Libro Bianco, inoltre, propone, per i Comuni con un numero inferiore a 50 mila abitanti, per le aziende pubbliche sia a livello locale che nazionale e per le aziende per i trasporti, che venga individuata una persona addetta alla funzione di «Responsabile in materia di disabilità», referente e riferimento per tutte le problematiche legate al mondo della disabilità nei diversi ambiti di competenza.

Già riconosciuto e attivo in altre parti d'Europa, il «Disability manager» non va confuso con la figura - diffusa in alcune città italiane - del delegato del sindaco in tema di disabilità: «quella - precisa Bernini - è una figura politica, mentre il "Disability manager" deve essere un tecnico».

La prima (e per ora unica) «Disability manager» in Italia è Benedetta Squarcia, responsabile dell'Agenzia in favore delle persone con disabilità del Comune di Parma.

Il «Disability manager» dei Comuni, infatti, non si occuperà solo di abbattere barriere architettoniche, ma spiga Squarcia: «dovrebbe essere una figura a 360 gradi, capace di lavorare con i vari settori, servizi e assessorati della macchina comunale, dalla cultura allo sport, dai trasporti alle scuole e all'urbanistica. Un tecnico, insomma, in grado di dare consigli a funzionari e dirigenti su come tenere presenti le esigenze dei disabili nel progettare ogni nuova struttura, che si tratti di una piscina, un parco o un cinema».

Il «Disability manager», si legge nel Libro Bianco, dovrà impegnarsi a:

  • promuovere presso le singole componenti dell'Amministrazione comunale un'attenzione peculiare alle persone con disabilità;
  • segnalare tempestivamente ai responsabili degli uffici eventuali iniziative e azioni che possano porsi in contrasto con gli enunciati della Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità;
  • evidenziare possibili linee-guida di intervento al fine di promuovere i diritti delle persone con disabilità;
  • prevedere una segnaletica adeguata per l'accesso alle sedi dei servizi, definendo contrasti cromatici, colori e simbologia omogenea in modo da essere più facilmente identificabili, sia alle persone con disabilità sensoriali che psico-fisiche, oltre che agli anziani;
  • verificare l'effettiva accessibilità delle strutture comunali in collaborazione con i diversi servizi, individuando le situazioni di difficoltà al fine del loro superamento.

La formazione del «Disability manager»
Date le competenze trasversali del «Disability manager», è prevista una specifica formazione ancora in fase di definizione circa le modalità ed i tempi di realizzazione. Sicuramente, al fine di valorizzare le competenze professionali e migliorare l'approccio alle tematiche di questo documento, il Libro Bianco propone di sperimentare la creazione di Albi professionali.


L'Osservatorio sui problemi della disabilità

A livello nazionale, il Governo sta predisponendo un Osservatorio sui problemi di disabilità che si insedierà formalmente tra il 1° e il 2 ottobre 2009. Nel frattempo, il Ministero sta lavorando per ospitare nel suo sito, in modo strutturato e continuo, la comunicazione sulle buone pratiche in materia di servizi a favore delle persone con disabilità.


Conclusione

Concludiamo con la domanda che molti Amministratori potrebbero porre: ma in tempi di tagli anche nella Pubblica Amministrazione, è realistico pensare che ogni città sopra i 50 mila abitanti possa dotarsi di un professionista di questo tipo?

Sentiamo le risposte di Benedetta Squarcia e di Giovanni Paolo Bernini.

«Penso di sì - risponde la «Disability Manager» Squarcia - perché è anche una questione di economicità. Rendere i servizi accessibili a tutti già in fase di progetto, per i Comuni, conviene e costa meno che intervenire e abbattere le barriere a posteriori, come accade di solito, magari perché qualche associazione di disabili ha protestato. Lo dicono anche le stime della Banca Mondiale: costruire strutture accessibili in partenza costa in media l'1% in più, mentre le modifiche fatte dopo comportano una spesa anche dieci volte superiore».

«Progettare per tutti - conferma l'Assessore Bernini - significa risparmiare, e poi su questo tema non si torna indietro. Soprattutto dopo che il Parlamento ha approvato la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Il Libro bianco, anzi, chiede di rendere obbligatorio il "Disability manager" nei Comuni sopra i 50 mila abitanti, ma lo raccomanda anche per gli Enti locali più piccoli».

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