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In caso di maltrattamenti di un alunno con disabilità, quali sono gli strumenti per una corretta integrazione?

Pubblicato il 13/10/2008 - Letto 1502 volte
Mio figlio, 16 anni, affetto da DGS-nas a buon funzionamento, dopo un percorso scolastico tranquillo e proficuo, alle scuole superiori è stato vittima di atteggiamenti di spaventosa intolleranza da parte dei compagni. Abbiamo l'anno scorso, durante il primo anno, cercato di mediare e di capire (noi!), ma quest'anno la situazione si è subito rivelata critica. Il ragazzo non viene ammesso nei giochi, è stato oggetto di calunnie e diffamazione, i suo tentativi (commoventi e dolci: regali, disegni, fumetti, comportamenti imitativi) di avvicinamento disprezzati. FINALMENTE a scuola hanno visto e riconosciuto anche l'esistenza di sopruso fisico. Una ragazza (tra le altre cose) l'ha schiaffeggiato perché lui tentava di partecipare a un gioco di mettere i reciproci cappellini e i genitori della ragazza hanno fatto l'iradiddìo: la figlia aveva ragione! A parte i particolari penosi, ora mio figlio ha paura di tornare da scuola da solo, non vuole andare, ha spesso mal di pancia, mal di testa, ha incubi notturni. A scuola hanno proposto di cambiare classe, perché hanno riconosciuto il «vuoto» (parole loro) e lo scarso livello emotivo e culturale di quei ragazzi (sempre parole loro!) ma lui lo considera un fallimento e un'espulsione, una ferita terribile; inoltre riferisce che anche nella nuova classe alcuni già saprebbero che lui «è lo stupido». Vuole cambiare scuola. Ma è fattibile per il trasferimento del sostegno? Non vorrei rischiasse di trovarsi senza, non dico solo per lui, ma soprattutto per i nuovi docenti presso cui un «peso in più» provocherebbe forse un cattivo inizio di preoccupazione e musi lunghi. Aspetto aiuto, grazie mille.
Anna Maria, 50 anni

Risposta

Gentile Utente,
siamo dolenti circa il fatto che, rispetto alla precedente richiesta da Lei formulata lo scorso marzo, la situazione scolastica di Suo figlio non sia migliorata. Speriamo almeno che, come Le avevamo suggerito, abbia avuto la possibilità di attivare l'assistente alla comunicazione.

Il problema che pone oggi, invece, riguarda la qualità dell'integrazione scolastica nella scuola di Suo figlio, fatto che coinvolge, inevitabilmente, i diritti e i doveri degli studenti, dei docenti, del personale non docente, del Dirigente scolastico, delle famiglie (di tutti i compagni di classe), dell'alunno con disabilità e della sua famiglia.

Ci sono varie questioni in gioco: per quanto riguarda l'ipotesi di cambiare scuola, in primo luogo, riteniamo che un passaggio ad un'altra scuola, ad anno scolastico iniziato, da un lato, possa trovare impreparata la nuova scuola, sia in termini di insegnanti di sostegno, sia in termini di attrezzature idonee ad una corretta integrazione; dall'altro, inoltre, può rendere difficile a Suo figlio l'inserimento in una classe già costituita e non adeguatamente preparata all'accoglienza (viste le difficoltà che - a Suo dire - Suo figlio incontra nel relazionarsi con gli altri).

In secondo luogo, costringerLo a cambiare scuola si configura come un inadempimento del dovere formativo di tutto il personale scolastico, del dovere educativo dei genitori degli alunni e delle regole di civile convivenza (dovere disciplinare) da parte dei ragazzi stessi.

Con il DPR n. 235/2007, infatti, sono state introdotte nuove norme allo «Statuto delle studentesse e degli studenti». Il nuovo Decreto insiste sulla responsabilità civile da parte dei genitori (articolo 3) e disciplinare da parte degli studenti (articolo 1) per il compimento di atti lesivi di persone o cose rientranti nella comunità scolastica. Il nuovo decreto riguarda tutti gli studenti e quindi anche quelli con disabilità nei cui confronti sono sanciti diritti e doveri. Il Decreto è stato chiaramente emanato sotto la spinta del crescere di atti di vandalismo e di bullismo taluni dei quali hanno pure riguardato, come soggetti passivi, alunni con disabilità. Ciò che viene previsto dal Decreto dovrebbe essere più valorizzato dai docenti e dai genitori degli alunni con disabilità, perché casi di discriminazione o di emarginazione operate da compagni, potrebbero essere prevenuti da una maggiore conoscenza delle caratteristiche e degli atteggiamenti del compagno con disabilità e da una maggiore assunzione di responsabilità dei coetanei nella logica della didattica cooperativa e della solidarietà.

Veniamo ora ai doveri dei docenti e del Dirigente scolastico: la Direzione generale per lo Studente del Ministero dell'Istruzione, il 27 luglio 2005, ha diramato agli Uffici scolastici regionali la Nota prot. 4798 con la quale si fa leva sulla «programmazione» del progetto d'integrazione che deve essere compito ineludibile di tutto il consiglio di classe e non può essere delegata al solo docente per il sostegno. La Nota prot. 4798/2005 suggerisce che i Consigli di classe svolgano tale programmazione progettuale, cui devono partecipare gli operatori degli enti locali e la famiglia, all'inizio dell'anno scolastico, prima dell'inizio delle lezioni. La programmazione didattica è, quindi, un dovere contrattuale fondamentale di tutti i docenti, in forza del CCNL del 2003, né può essere trascurato da nessun Dirigente scolastico o Direttore regionale.

Le indicazioni fornite dalla Nota prot. 4798/2005 sono riferite ad attività che andrebbero compiute all'inizio dell'anno scolastico. Purtroppo, la Sua richiesta ci arriva solo ora; tuttavia, Le consigliamo, lo stesso, di far presente quanto previsto dalle normative di cui sopra al Dirigente scolastico, nella speranza che egli possa operare per un lavoro congiunto di tutti gli insegnanti curriculari, degli insegnanti di sostegno e dell'intera classe insieme ai genitori.
Le ricordiamo, infine, che, da quest'anno, è prevista l'attribuzione di un voto per la condotta degli alunni, che riguarda, tra le altre cose, anche la scorrettezza nei comportamenti con i compagni.

In conclusione, quindi, le indicazioni che Le abbiamo fornito servono a dimostrare che la scuola ha a disposizione sia le normative che sanciscono doveri, sia gli strumenti che prevedono sanzioni per garantire agli alunni con disabilità la migliore integrazione possibile e il rispetto umano, che deve essere garantito a prescindere dalle risorse economiche della scuola.


Normativa di riferimento

Decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 21 novembre 2007, «Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, concernente lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria» (collegamento a sito esterno).

Nota prot. n. 4798 del 27 luglio 2005, «Attività di programmazione dell'integrazione scolastica degli alunni disabili da parte delle Istituzioni  scolastiche - Anno scolastico 2005-2006» (collegamento a sito esterno).


Nella speranza di aver fornito una risposta chiara ed esaustiva, inviamo cordiali saluti,
Margherita Di Giorgio e Pierangelo Cenci
(Assistenti Sociali del Centro per l'Autonomia Umbro)
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