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Comunicato FISH. LEA e diritti umani: se non ora, quando?

Pubblicato il 9/07/2016 - Letto 2152 volte
(8 luglio 2016) Lo schema di Decreto che contiene i nuovi LEA, attualmente all'esame della Conferenza delle Regioni, presenta numerosi punti di criticità sia in termini di rispetto dei diritti umani che di reale promozione della salute di tutti i Cittadini, anche di quelli con disabilità. Il Presidente della FISH, Vincenzo Falabella, ne chiede una rivisitazione: Se non ora, quando?

Lo schema di Decreto che contiene i nuovi LEA è dunque all'esame della Conferenza delle Regioni per l'approvazione preventiva che avrebbe dato parere favorevole condizionandolo ad una ulteriore valutazione di copertura finanziaria.

È convinzione del movimento delle persone con disabilità e della FISH in particolare che il testo proposto contenga molte serie criticità.

Fra queste è assente l'adozione di un linguaggio - e quindi di un impianto - adeguato, rispettoso della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilita e delle stesse prescrizioni dell'OMS, deludendo quindi sia diritti umani che scientificità.

Su questo difetto vi sono numerose riprove. Una di queste è l'assenza di una adeguata prescrittività del consenso informato sul quale si fonda il diritto di scelta, in particolare per le persone con disabilità intellettive, relazionali e mentali sancito in modo netto all'articolo 12 della Convenzione ONU. Ma non è certo questa l'unica norma ad essere "tradita": lo sono anche la legge 134/2015 in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie e ancora la recentissima legge 22 giugno 2016, n. 112/2016 sul "dopo di noi". Norme approvate dal Parlamento!

Un'altra: l'assenza di servizi di diagnosi precoce e screening neonatale realmente rivolti a tutte le disabilità. Oppure ancora l'assenza di qualsivoglia riferimento all'articolo 26 della Convenzione ONU sui concetti di abilitazione e il perpetuarsi del vetusto principio di "compensazione della menomazione" nell'erogazione degli ausili e delle protesi, al contrario di quanto prevede l'ONU in termini di diritto alla salute, alla mobilità. Non vi è poi alcun accenno alla partecipazione della persona con disabilità riguardo alle decisioni che la riguardano, né a misure che contrastino realmente la segregazione, l'istituzionalizzazione e i ricoveri impropri.

"Vi sono anche altri numerosi punti di criticità in quel documento sia in termini di rispetto dei diritti umani che di reale promozione della salute di tutti i Cittadini, anche di quelli con disabilità, anche in violazione di recenti norme quali la legge 112/2016 (c.d. Dopo di noi) oppure alle norme sull'autismo (legge 134/2015) - commenta Vincenzo Falabella, Presidente della FISH - Per questo motivo rivolgiamo un appello alla Conferenza affinché verifichi con attenzione il testo non solo sotto il profilo meramente finanziario, ma anche del rispetto dei diritti umani e dei potenziali contenziosi che deriveranno dalla loro violazione. È una rivisitazione che va operata subito! Se non ora, quando?"

(8 luglio 2016)


FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap
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