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Le persone con disabilità in Umbria: i dati del rapporto ISTAT

Pubblicato il 22/12/2015 - Letto 3374 volte
Lo scorso 4 dicembre si è svolta un'audizione presso la Terza Commissione Consiliare della Regione Umbria sul tema della disabilità cui ha partecipato anche il Presidente dell'Osservatorio Regionale sulla condizione delle persone con disabilità, il quale ha presentato i dati della ricerca ISTAT in merito alle condizioni delle persone con limitazioni funzionali nella nostra regione. Nella news, prenderemo in esame i dati più rilevanti per tracciare il quadro della condizione delle persone con disabilità in Umbria.

Venerdì 4 dicembre 2015, la Terza Commissione Consiliare della Regione Umbria, presieduta da Attilio Solinas, ha indetto un'audizione sul tema della disabilità alla quale hanno partecipato i rappresentanti e le rappresentati di alcune Associazioni di persone con disabilità (tra cui anche la FISH Umbria ONLUS) ed il Presidente dell'Osservatorio Regionale sulla condizione delle persone con disabilità, Raffaele Goretti.

Come apprendiamo anche dall'articolo «Disabili: in Umbria sono 59 mila, il 7% della popolazione» [link esterno], pubblicato su Terni In Rete.it, il numero delle persone "con limitazioni funzionali in Umbria (fonte ISTAT al 2013) è di circa 59 mila unità, pari al 7% della popolazione", come riportato nel rapporto curato dall'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) della nostra regione «Le persone con limitazioni funzionali in Umbria. Analisi dei dati contenuti nell'indagine ISTAT "condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari"». Tale rapporto è stato inserito all'interno della pubblicazione realizzata dalla Regione Umbria per la prima conferenza regionale sulla condizione delle persone con disabilità, di cui avevamo fatto un resoconto in questo articolo.


Il rapporto ISTAT sulla condizione delle persone con limitazioni funzionali in Umbria

Il rapporto «Le persone con limitazioni funzionali in Umbria. Analisi dei dati contenuti nell'indagine ISTAT "condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari"», elaborato dalla sede dell'Umbria dell'ISTAT, mette subito in chiaro che i dati proposti si riferiscono alle "persone con limitazioni funzionali" e non alle "persone con disabilità", ponendo dunque l'attenzione sulle limitazioni che incontrano le persone nello svolgimento delle attività e nella eventuale (e, dunque, conseguente) restrizione della partecipazione ai diversi contesti sociali.

Il rapporto ISTAT è stato redatto intervistando, negli anni 2012 e 2013, 1.184 famiglie e 2.906 componenti delle stesse (persone con disabilità e non). All'interno del rapporto non sono state inserite le persone con disabilità che risiedono, permanentemente, all'interno di Istituti poiché - leggiamo dal rapporto - «la stima derivante dall'indagine si riferisce alle persone che vivono in famiglia» e i bambini e le bambine sotto i 6 anni di età poiché la batteria di quesiti posti alle persone, non era studiata per rilevare la presenza di limitazioni funzionali anche per questa fascia d'età.

Come è stato già scritto, nel 2013, in Umbria, le persone con limitazioni funzionali sono state circa 59 mila, pari al 70,6 ogni mille abitanti (da 6 anni in su); oltre l'85% delle persone interessate ha più di 64 anni, dato da collegare all'invecchiamento complessivo della popolazione nella nostra regione. Tenendo comunque da parte il fattore "età", dal rapporto emerge che in Umbria vi è stato, nel corso degli anni (in particolare dal 1999 al 2013), un incremento dell'incidenza della condizione di "disabilità" sia tra la popolazione con più di 64 anni e tra quella più giovane (con meno di 45 anni).

Se si prende in esame il "genere", dal rapporto emerge «un netto svantaggio per le donne, con un tasso che nel 2013 risulta pari al 78,4% contro 55,6% tra gli uomini» e lo scarto inizia a mostrarsi a partire dalle età centrali (sopra i 44 anni). Ciò significa che le donne con disabilità, dai 44 anni su, sono in numero maggiore rispetto agli uomini con disabilità.

Il "tipo" di limitazione che interessa il numero maggiore di persone - leggiamo nel rapporto - è la perdita di autonomia nello svolgere le principali attività quotidiane come vestirsi, spogliarsi, lavarsi le mani, il viso, il corpo, tagliare e mangiare, ecc.

Complessivamente, nel 2013, in Umbria, le persone che hanno dichiarato limitazioni alle funzioni motorie sono 32 mila, quelle che hanno dichiarato limitazioni alle funzioni comunicative sono 18 mila.

Dal rapporto ISTAT, emerge che le persone con limitazioni funzionali vivono soprattutto da sole, in particolare le persone con più di 65 anni, ma anche tra i meno anziani risultano più persone sole tra coloro che hanno limitazioni funzionali che tra la popolazione complessiva (18,8% contro 8,1%). Per quanto riguarda lo studio, 77,4% delle persone con limitazioni funzionali possiedono un titolo di studio fino alla licenza elementare (contro il 28,4% della popolazione totale) e tale differenza può dipendere dal fatto che un maggior numero di persone anziane sono persone con limitazioni funzionali.

Per quanto riguarda il lavoro, il 95,4% delle persone con limitazioni funzionali è fuori dal mercato del lavoro, contro il 47,1% della popolazione complessiva con più di 15 anni.

La fonte di reddito principale per le persone con limitazioni funzionali è la pensione (88,2%) mentre nella popolazione totale è il reddito da lavoro (44,2%). Solo il 3,6% delle persone con limitazioni funzionali ha come fonte principale un reddito da lavoro (valore che sale al 27,1% tra coloro che hanno meno di 65 anni).

Le famiglie che hanno al loro interno persone con limitazioni funzionali si trovano in condizioni economiche maggiormente disagiate: in Umbria - si legge nel rapporto - il 51,5% delle famiglie in cui è presente almeno una persona con limitazioni funzionali giudica scarse o insufficienti le risorse a propria disposizione, in numero maggiore rispetto a quella di nuclei familiari al cui interno non sono presenti persone con limitazioni funzionali che dichiarano analoghe condizioni economiche (35,3%).

Per analizzare lo stato di salute delle persone con limitazioni funzionali, la ricerca è partita dalla valutazione soggettiva delle condizioni da parte delle persone stesse.

Dal rapporto emerge che le persone con limitazioni funzionali presentano condizioni di salute peggiori rispetto a quelle della popolazione complessiva e, per questo motivo, usufruiscono anche di un numero maggiore di servizi sanitari.

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