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Lettera aperta al Presidente del Consiglio

Pubblicato il 19/09/2006 - Letto 2342 volte
15 settembre 2006, la FISH invia una lettera aperta al Presidente del Consiglio Romano Prodi sulla prossima legge Finanziaria e il Fondo per la non autosufficienza

Egregio signor Presidente,


non possiamo non rammentare il sostegno che, con la sua presenza e le sue parole, espresse in occasione della nostra mobilitazione contro la Finanziaria dello scorso anno, sfociata nella partecipata manifestazione davanti a Montecitorio nel dicembre scorso.

Non possiamo non apprezzare quelle pregnanti considerazioni enunciate nel più recente Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (2007-2011) elaborato dal Ministero dell'Economia: "Partiamo da una quota inferiore alla media europea di risorse dedicate al sostegno dei redditi bassi e precari e delle responsabilità familiari, nonché alla fornitura di servizi sociali e abitativi alle famiglie e ai non-autosufficienti. È opportuno, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, avviare azioni di riforma che accrescano l'efficienza e potenzino l'efficacia delle politiche sociali. Tali azioni, di ispirazione universalistica, andranno incardinate sulla Legge quadro di riforma dell'assistenza (Legge 328/2000), agendo anche sui punti critici che la sua applicazione ha evidenziato."

Le prossime Leggi Finanziarie rappresenteranno per il suo Governo, l'occasione per rendere operative queste intenzioni, e per la nostra Federazione, l'opportunità di offrire la propria esperienza e la propria capacità progettuale per partecipare in modo fattivo alla definizione - finalmente - di nuove politiche a favore della disabilità e della non
autosufficienza.

Siamo parte sociale, attenta e con forte responsabilità civile. Parte sociale, con proprie peculiarità e conoscenze non delegabili ad altri soggetti, pur qualificati e altrettanto responsabili.

Avvicinandoci speditamente all'elaborazione della prossima Legge Finanziaria, vorremmo, con il suo autorevole supporto, sgombrare il campo da alcuni timori che finirebbero per farci giocare in strenua difesa del particolare, anziché utilizzare le nostre energie per una più costruttiva progettualità in un clima di condivisione, partecipazione e inclusione.

La nostra priorità sono i più deboli fra i deboli, cioè i non-autosufficienti, proprio quelle persone - concrete e latori di necessità ad altissimo contenuto assistenziale - che trovano oggi risposta a gran parte dei loro bisogni dalla rete familiare e del volontariato.

Nella precedente legislatura, si è largamente dibattuto di un Fondo per la non autosufficienza. Uno specifico testo era stato approvato dalla Commissione Affari Sociali, ma cassato dall'allora Ministro dell'Economia che non intendeva introdurre alcuna nuova imposta per alimentare quel Fondo.

La mobilitazione dei sindacati attorno a quel testo, trasformato in proposta di legge, ha raccolto 5 milioni di firme. Il testo in questione (AC 422) è stato depositato a firma dell'onorevole Zanotti e sottoscritto da ben 70 deputati.

Come ovvio, la nostra Federazione, aderisce perfettamente all'ipotesi di una costituzione del Fondo per i non autosufficienti. I dubbi semmai, sorgono su come verrà alimentato tale Fondo, aspetto tutt'altro che secondario.

Attualmente agli invalidi civili totali viene erogata, al solo titolo della minorazione, un'indennità di accompagnamento. Analoga provvidenza è riservata ai ciechi assoluti, e ai sordomuti.

L'ipotesi di far confluire nel Fondo quanto attualmente destinato a queste - purtroppo irrinunciabili, ancorché già spesso insufficienti - provvidenze, per poi ridistribuirlo con criteri da definire, appare tanto insostenibile da non poter essere considerata percorribile da chiunque abbia una minima conoscenza di ciò che significa oggi essere persone disabili in Italia.

Apparirebbe a chiunque si occupi di disabilità come una sconfitta culturale e politica, in netto contrasto con quanto lucidamente previsto dallo stesso DPEF: aumento dell'impegno a favore dei più deboli fra i deboli e delle loro famiglie.

Nella futura Finanziaria, su questo aspetto, nel caso vi siano deleghe per la successiva necessaria produzione legislativa, deve essere evidente che quelle indennità rimangono un diritto soggettivo al titolo della minorazione e che il Fondo viene alimentato con altre modalità.

Sgombrato in campo da questo timore, siamo disponibili a portare, paritariamente ad altre parti sociali, la nostra esperienza - non sovrapponile ad altre - all'elaborazione di una Finanziaria diversa da quelle a cui siamo purtroppo avezzi.

Rimaniamo in attesa di un suo cenno di rassicurazione e di apertura.

Un cordiale saluto e augurio di proficuo lavoro.


Roma, 15 settembre 2006


 

 Pietro Vittorio Barbieri

 Presidente della Federazione Italiana

  per il Superamento dell'Handicap

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