Il 6, 7 e 13 maggio scorsi si sono effettuate, su tutto il territorio nazionale, le prove INVALSI 2014 indirizzate agli studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie italiane.
Le prove INVALSI introdotte con la Legge n. 176 del 25 ottobre 2007 [link a sito esterno] hanno l'obiettivo generale di monitorare i livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico italiano nel suo insieme, andando a studiare, fra le altre cose, sia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica (con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta formativa degli Istituti scolastici e di formazione), sia a verificare i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti nell'esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado (il cosiddetto "esame di terza media") e a verificare i livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi d'istruzione secondaria superiore. Le prove INVALSI, che costituiscono prove a carattere scritto, vengono somministrate annualmente su tutto il territorio nazionale in date prestabilite, ma distinte fra scuole primarie e secondarie.
In previsione delle prove INVALSI 2014, lo scorso 18 febbraio il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, in collaborazione con l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione (INVALSI) [link a sito esterno], ha emesso la Nota Ministeriale 2014 [link a sito esterno] con cui sono state dettate le regole da seguire, da parte degli Istituti scolastici, per la somministrazione di tali prove agli studenti con disabilità e agli studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES).
Partendo dall'analisi sulla Nota Ministeriale condotta dall'Avv. Salvatore Nocera, già vice-presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), e pubblicata su Superando.it [link a sito esterno], cercheremo di riassumere, in breve, i dettami della Nota Ministeriale per quest'anno scolastico e di dare alcuni spunti di riflessione sull'attuazione di tali regole.
Le prove INVALSI 2014 sono state indirizzate agli studenti frequentanti le classi seconde e quinte delle scuole primarie e le classi seconde delle scuole secondarie di secondo grado e, secondo la Nota Ministeriale richiamata, gli alunni interessati da tali prove sono stati i seguenti:
La Nota Ministeriale è stata correlata da una tabella che ha individuato alcune regole a cui gli Istituti scolastici si sono dovuti attenere per la somministrazione delle prove.
La Nota Ministeriale, nella tabella riepilogativa, ha previsto che:
L'Avv. Nocera, nella sua analisi, sottolinea che quest'anno la Nota Ministeriale, per quanto più analitica rispetto al 2013, ha sollevato alcune perplessità brevemente esposte di seguito:
Da quanto si apprende dall'articolo Prove Invalsi, dislessici e disabili invitati a restare a casa. A Savona diversi casi [link a sito esterno] pubblicato su Il Secolo XIX.it, diversi studenti con disabilità e con BES delle scuole superiori della città di Savona, sono rimasti a casa nel giorno della somministrazione delle prove INVALSI 2014.
Da quanto si apprende dall'articolo, alcuni insegnanti hanno consigliato alle famiglie di studenti disabilità e con BES di non accompagnare i propri figli a scuola nel giorno della prova, così da evitare che questa potesse inficiare in modo negativo nella media della classe e dell'Istituto scolastico.
Sia genitori, insegnanti e rappresentanti di Associazioni di persone con disabilità hanno preso atto e denunciato tali accaduti che vanno ad ostacolare il processo di inclusione scolastica degli studenti.
Anche questo anno, in alcune parti d'Italia, si è assistito alle discriminazioni legate alle prove INVALSI per gli studenti con disabilità e con BES, nonostante le direttive ministeriali - per quanto ancora perfettibili - abbiamo dato alle scuole delle regole da seguire per la loro somministrazione e per includere tutti gli studenti in queste attività.
Purtroppo, il processo di inclusione scolastica degli studenti con disabilità e con BES fa ancora fatica a vedersi compiuto ma, proprio per ricordare a noi tutti l'importanza della scuola e della funzione sociale e inclusiva che questa svolge nella crescita della persona, citiamo le parole di Franco Bomprezzi che, nell'articolo Forse la scuola, ancora una volta, ci salverà [link a sito esterno] pubblicato su Superando.it, ha ricordato che, anche a scuola, come altrove «è la persona al centro della scena. Quel singolo alunno, che ha un nome, una vita, un diritto da condividere con gli altri alunni, che impareranno a conoscerlo, a occuparsene, a inserirlo negli scherzi, nello studio, nelle gite, nel tempo libero.»