L'articolo di Gian Antonio Stella, una delle più apprezzate firme del giornalismo italiano, Noi disabili, cittadini invisibili è ben evidenziato in prima pagina e ripreso in un'intera pagina interna. Vi riporta alcune delle più significative lettere, fra le tante giunte in redazione, di persone con disabilità e dei loro familiari, disegnando un quadro drammaticamente realistico.
Ampio spazio è dedicato, di spalla, ad un intervento di Pietro Barbieri, presidente FISH, che si conclude con una frase che potrebbe essere la sintesi più adatta in queste giornate di fermento:
"Troppo diffusamente in questi giorni si ipotizza di considerare le pensioni agli invalidi e gli assegni sociali come se fossero un reddito, al pari delle rendite finanziarie: tassare l'assistenza.
Troppo spesso, più soffusamente, si diffonde il convincimento, anche da parte di insospettabili, che bisogna stringere sull'indennità di accompagnamento (490 euro al mese): oltre a non essere in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita, bisognerà dimostrare pure di essere indigenti e che la propria famiglia sia alla miseria.
Scenari tutt'altro che rassicuranti per quella che è un'emergenza nazionale a cui il movimento delle persone con disabilità tenterà in tutti i modi di opporsi, ben sapendo che è in gioco il futuro, l'inclusione o la reclusione, la miseria o la dignitosa sopravvivenza.
La ‘disabilità' non è una lobby: è una condizione che attraversa in orizzontale, in verticale, e pure in diagonale, la nostra collettività. Che non ha bisogno di carità, pietà, elemosina e forse nemmanco di solidarietà, ma di diritti certi e opportunità al pari degli altri."