Disabilità e carcere

a cura di Francesca Leprotti

La ricerca dal titolo "Carcere e disabilità: analisi di una realtà complessa", rappresenta la prima ricerca del genere in Italia, essa ha raccolto dati statistici sulla presenza di detenuti con disabilità presso gli istituti penitenziari italiani, la presa in carico da parte delle Asl di competenza e la compatibilità delle sezioni e reparti detentivi che ospitano detenuti con disabilità con le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche. I detenuti con disabilità in Italia sono 210, ma i dati presi in considerazione dalla ricerca (aggiornati a luglio 2012) hanno riguardato gli 84 detenuti con disabilità rilevati nelle strutture che hanno risposto al questionario inviato a tutte le regioni.

La ricerca dal titolo "Carcere e disabilità: analisi di una realtà complessa" (link a sito esterno), condotta dalla ricercatrice Catia Ferrieri per l'Università degli Studi di Perugia nell'ambito del "POR Umbria FSE 2007-2013", con la collaborazione dell'Ufficio Detenuti e Trattamento del Provveditorato dell'Amministrazione Penitenziaria dell'Umbria, rappresenta la prima ricerca del genere in Italia.

L'indagine, durata 9 mesi, ha raccolto dei dati statistici sulla presenza di detenuti con disabilità presso gli istituti penitenziari a livello nazionale ed è corredata da un utile approfondimento giuridico-normativo.

I detenuti con disabilità in Italia sono 210, ma la ricerca ne ha presi in esame solo 84 tra quelli "ufficiali" poiché dei 416 istituti penitenziari italiani solo 14 hanno risposto al questionario, inviato dalla ricercatrice a tutte le regioni (precisamente agli assessorati regionali alla sanità delle regioni a statuto ordinario e, previa autorizzazione del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ai direttori delle case circondariali e di reclusione nelle regioni a statuto speciale). Quindi i dati sono parziali, perché non riguardano la totalità delle regioni italiane, ma solo le 10 che hanno risposto al questionario: precisamente, Umbria, Piemonte, Liguria, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Valle d'Aosta, Lombardia e Veneto. I dati (aggiornati a luglio 2012) emersi dalla ricerca hanno riguardato per gli 84 detenuti con disabilità rilevati in queste strutture, sia la presa in carico da parte delle ASL di competenza, sia la compatibilità delle sezioni e reparti detentivi che ospitano detenuti con disabilità con le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche.

Per ciò che concerne le presenze, la regione (tra quelle che hanno risposto) con il maggior numero di detenuti con disabilità è la Liguria, con 44 presenze tra la casa circondariale di Genova (40) e quella di Sanremo (4). A seguire la Calabria con 19 presenze tra Castrovillari e Reggio Calabria e la Campania, con 7 detenuti con disabilità.

I detenuti con disabilità sono per la maggior parte italiani (92,8%), di sesso maschile (il 79,3%), hanno un'età compresa tra i 30 ed i 60 anni (75,3%), nello specifico il 35,7% tra i 40-50 anni, il 20,2% tra i 50-60 anni, il 15,4% tra i 30 e i 40, il 5,9% ha più di 70 anni. Riguardo allo stato civile il 40,4% è celibe, mentre il 41,6% è coniugato, il 7,1% è separato o divorziato e circa la metà dei detenuti con disabilità ha figli.

Circa la metà del campione ha un diploma di scuola media inferiore, il 21,4% ha la licenza elementare, il 14,2% è diplomato alla scuola superiore, il 7,14% è laureato. Il 61,9% non ha seguito corsi di formazione né prima dell'ingresso nell'istituto penitenziario, né durante l'attuale detenzione.

Riguardo alla tipologia di menomazioni: il 79,7% dei detenuti ha menomazioni fisiche, mentre l'11,9% ha menomazioni sia fisiche che psichiche, per il 3,5% il dato non è conosciuto. Il 19% dei soggetti ha una disabilità legata a una patologia immunitaria, il 17,8% è affetto da problemi legati all'apparato cardiocircolatorio, il 17,8%, ha una disabilità legata all'apparato nervoso centrale. Buona parte dei detenuti con disabilità ha ottenuto la diagnosi da parte dell'INPS (34,5%) o da parte di una commissione dell'ASL di appartenenza (10,4%), mentre il 25% da parte del medico che opera all'interno dell'istituto penitenziario, per il 14,2% dei detenuti con disabilità il dato non è conosciuto.

Per ciò che concerne le indennità e le attività lavorative circa il 50% dei detenuti usufruisce attualmente di una indennità di disabilità erogata dall'INPS o da altri enti, mentre il 38% non ne usufruisce. Il 96,4% non è inserito in alcuna attività all'interno del carcere, è da segnalare, come esempio isolato e positivo, quello della Casa Circondariale di Reggio Calabria, dove i detenuti con disabilità sono inseriti nell'attività di lavanderia e di lavoro all'esterno dell'istituto.

Per quanto riguarda l'accessibilità e la mobilità la ricerca evidenzia che il 55,9% dei detenuti con disabilità è ospitato in sezioni o reparti detentivi con ridotte barriere architettoniche, di questi solo il 14,2% in reparti specifici per persone con disabilità, mentre il 44% sono assegnati a reparti o sezioni ordinari aventi barriere architettoniche. Il 42,8% dei detenuti con disabilità monitorati utilizza ausili per la deambulazione, mentre il 57,1% non ne utilizza. Tra gli ausili, prevalgono la sedia a ruote (16,6%) e i bastoni canadesi (11,9%).

In merito alla tipologia di detenzione e alla durata della pena il 51,1% dei detenuti con disabilità presi in considerazione è sottoposto ad esecuzione penale, mentre il 27,3% è in custodia cautelare, per il 19% il dato risulta addirittura sconosciuto (!). La pena residua più lunga è di 28 anni, a fronte di una media superiore a 4 anni, mentre per le pene già espiate la più lunga è di 19 anni e la più breve è di 16 giorni, per una media del tempo di detenzione di circa 3 anni.


Data: 7/07/2013
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