Consigli per il Morbo di Crohn

A cura di Mariagnese Torrisi - Dietista del Centro per l'Autonomia Umbro


Introduzione

Il Morbo di Crohn è una patologia infiammatoria cronica intestinale che può interessare qualunque tratto del canale alimentare, dalla bocca all'ano; tuttavia nella maggior parte dei casi si localizza nel tratto intestinale dell'ileo. Ci sono persone che presentano problemi di scarsa importanza con sintomi intermittenti (dolori addominali) e devono stare attente alla dieta per evitare i cibi che possono aumentare i loro inconvenienti. Altre persone necessitano di cure costanti con somministrazione di dosi di cortisone ed altri farmaci al fine di controllare l'attività della patologia. In alcuni casi la persona deve sottoporsi a numerosi interventi chirurgici per trattare frequenti occlusioni intestinali. La maggior parte delle persone si trova comunque in una situazione intermedia, conduce una vita senza necessità di controllare la dieta e assume farmaci al bisogno.

Come è noto non vi è alcun problema nel formare una famiglia; gli uomini sono di solito fertili, sebbene in rari casi, con l'assunzione di particolari farmaci, si possono avere transitorie alterazioni a carico degli spermatozoi. Le donne possono condurre una gravidanza senza complicanze, purché il concepimento avvenga in un periodo di remissione.
È stato inoltre dimostrato che i medicinali comunemente usati per controllare la patologia sono innocui sia per la madre che per il bambino. Malgrado ci sia una maggiore probabilità di Morbo di Crohn nell'ambito di una famiglia nella quale vi sia un membro già affetto, non è dimostrata alcuna possibilità che un componente della famiglia la trasmetta ad un altro.


Disturbi correlati

Ogni persona presenta svariati sintomi ma il quadro clinico complessivo varia notevolmente in base alla localizzazione ed alla estensione della patologia. Diarrea alternata a periodi di stitichezza, febbre, emorragia rettale, gonfiore e dolore addominale, perdita di peso, deperimento, mancanza di appetito, anemia e debolezza generale, ragadi, fistole o eczemi perianali sono le manifestazioni cliniche più comuni: molte persone possono tuttavia giungere dal medico con un quadro di addome acuto che può simulare un appendicite. Nelle forme più lievi i sintomi non vengono riconosciuti per molti anni o addirittura attribuiti ad alterazioni psicosomatiche della motilità intestinale (colite nervosa). L'interessamento intestinale tarda ma comunque prima o poi compare.


Cosa scegliere


Cosa evitare


Fabbisogni nutrizionali

Dieta normo-calorica , normo-proteica, normo-lipidica, normo-glucidica: kcal 2000

Colazione: kcal 300 proteine gr. 4,5 lipidi gr. 9 glucidi gr. 16,5
(pari al 15% delle calorie totali)

Metà mattinata: kcal 100 proteine gr. 1,5 lipidi gr. 3 glucidi gr. 5,5
(pari al 5% delle calorie totali)

Pranzo: kcal 800 proteine gr. 12 lipidi gr. 24 glucidi gr. 44
(pari al 40% delle calorie totali)

Merenda: kcal 100 proteine gr. 1,5 lipidi gr. 3 glucidi gr. 5,5
(pari al 5% delle calorie totali)

Cena: kcal 700 proteine gr. 10,5 lipidi gr. 21 glucidi gr. 38,5
(pari al 35% delle calorie totali)


È utile sapere

Anche ascessi addominali e fistole sono caratteristiche del Morbo di Crohn e sono considerati un'estensione del processo della patologia. Un ascesso consiste in una cavità formata dalla distruzione dei tessuti. La fistola è una comunicazione anomala che può svilupparsi dall'ascesso fino ad un'altra zona intestinale, ad un altro organo intraddominale o alla pelle. In quest'ultimo caso la persona è costretta a portare un sacchetto per contenere la fuoriuscita delle feci e per potergli permettere una vita sociale "normale", anche se con grandi disagi.


Consigli utili

Con il Morbo di Crohn gli apporti nutritivi devono essere adattati ad ogni situazione. Molti elementi entrano in gioco: oltre a quelli legati direttamente alla persona (età, sesso, altezza ed attività) i dati anatomici (sede e gravità delle lesioni, che possono portare a delle resezioni intestinali) e l'evoluzione della patologia vengono a modificare i bisogni energetici e soprattutto specifici. Gli apporti proteici devono compensare le eventuali perdite eccessive dovute alla essudazione, in caso di ulcerazione intestinale estesa.

Un supplemento parenterale è allora indispensabile; questa miscela, costituita da glucosata, fisiologica, aminoacidi, oligoelementi (selenio, zinco, rame) elettroliti (sodio, potassio, cloro, magnesio, fosforo) calcio e vitamine (quali la vitamina B12 che non potrà più essere assorbita) consentono di mantenere l'intestino a riposo anche per lungo tempo o, nei casi più compromessi, per sempre, coadiuvate anche da una alimentazione per bocca. Fornite da una ditta farmaceutica o da un ente ospedaliero, vengono somministrate tramite un sondino impiantato nel collo (nella vena giugulare o succlavia) e permettono alla persona di potersi alimentare a casa, senza essere soggetto a protratti ricoveri.


Analisi cliniche consigliate


Approfondimenti

Il lattosio è lo zucchero presente nel latte dei mammiferi. Ha un potere dolcificante inferiore al comune zucchero da tavola (saccarosio). Lo zucchero del latte necessita dell'enzima lattasi per essere digerito. Gli individui che sono intolleranti al lattosio presentano sintomi come meteorismo, crampi o diarrea, per carenza di lattasi. Molto raramente si tratta di deficit totale di lattasi e la maggior parte dei soggetti intolleranti al lattosio tollerano il latte in piccole quantità (ad esempio non più di 200-250ml. di latte). Le persone che seguono una dieta a ridotto contenuto di lattosio dovrebbero essere incoraggiate ad assumere supplementi di calcio e vitamina D con i pasti. Si può anche far ricorso al latte delattosato (ogni 100 gr. danno 45 calorie).


Tratto dal sito www.cpaonline.it all'indirizzo:
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