«Dagli all'invalido!»: in arrivo altri 450.000 controlli

a cura di Pierangelo Cenci

Riportiamo l'analisi di Carlo Giacobini su "Superando.it" in merito all'ennesimo piano straordinario di controlli sugli accertamenti dell'invalidità civile. Giacobini, oltre all'analisi di costi/benefici, si chiede come farà l'INPS ad individuare il nuovo campione di 450.000 potenziali «falsi invalidi», senza violare la normativa in merito all'esonero dai nuovi controlli in caso di patologie croniche, visto che già tra il 2008 e il 2012 sono state "controllate" 800.000 persone. Giacobini ipotizza l'ennesimo "trucchetto": considerare l'abbassamento percentuale a seguito di una legittima revisione come la prova del "reato" commesso di "falsa invalidità".

C'è chi, come Carlo Giacobini su Superando.it, adopera uno slogan degno dei peggiori cori da stadio - «dagli all'invalido» - per stigmatizzare l'approvazione, da parte della Commissione del Bilancio della Camera dei Deputati, dell'emendamento della Legge di Stabilità del 2013 che prevede un nuovo piano straordinario di 450.000 controlli sugli accertamenti sanitari dell'invalidità civile (150.000 controlli in più all'anno di quelli compiuti tra il 2008 e il 2012).

Ma c'è anche chi, come la maggior parte dei quotidiani italiani, considera il piano straordinario una cosa perfettamente normale, dal momento che «[i controlli, N.d.R.], hanno portato negli ultimi anni all'emersione di migliaia di truffe» (fonte, Mario Sensini, Corriere della Sera dell'8 novembre 2012). Ragionamento limpido e semplice: i controlli fanno scoprire le truffe, ergo più controlli più truffe punite. Fine della storia.

Qual è il problema se ci sono più controlli, chiederà qualcuno? Il motivo, in primo luogo, riguarda l'inaccettabile comportamento che stanno adottando il Parlamento e il Governo che, mentre da un lato fanno «il gioco delle tre carte» - altra espressione di Giacobini - con i finanziamenti per il Fondo Sociale Nazionale e quello per la Non Autosufficienza (leggi qui l'approfondimento su Superando.it), dall'altro non hanno alcuna remora a prevedere una nuova ondata di controlli, molto spesso vessatori, nei confronti delle persone con disabilità, allo scopo - come sempre - di racimolare soldi dai "soliti noti".

Tutto questo, inoltre, ignorando completamente il costo che tutto ciò comporta per lo Stato e per le persone con disabilità, che appare tanto più ingente se paragonato al debole guadagno che da questa "macchina da guerra" ne deriva (se non per l'innegabile giro d'affari per commissioni e avvocati vari): oltre all'incremento in un solo anno del 300% (sic!) della spesa per medici esterni nelle Commissioni, sono circa 205.193 le cause perse dall'INPS (su un totale di 349.595 giudizi emessi per ricorsi contro i verbali di invalidità civile).

Giacobini, nello stile che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) adotta da sempre, conduce un'analisi circostanziata e riporta meticolosamente i dati delle entrate e delle uscite del precedente piano straordinario di verifica. Dati, peraltro, che sono perfettamente a disposizione anche dei Deputati, dei giornalisti e dell'opinione pubblica, visto che sono contenuti nella Relazione Ispettiva della Corte dei Conti del 6 novembre 2012.

Ma c'è un altro punto che l'analisi di Giacobini prende in esame: come farà l'INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) - si chiede - a trovare un campione di 450.000 di persone con accertamento di invalidità civile, escludendo le 800.000 già "controllate" e, soprattutto, escludendo coloro che non possono essere più chiamati a visita, visto che hanno patologie permanentiai (ai sensi del Decreto Ministeriale del 2 agosto 2007)? Si consideri, per la cronaca, che l'ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) conteggia, in totale, una popolazione di circa 2 milioni e 200 mila cittadini con disabilità…

Giacobini ipotizza la strategia (non nuova) che l'INPS impiegherà per risolvere questo problema: concentrare i controlli su quegli accertamenti per cui è prevista una revisione periodica (quella che le Commissioni fissano, in caso di patologia non stabilizzata, ogni due, tre anni, ecc.), evitando, in tal modo, sia problemi delle persone escluse per via del Decreto del 2007, ma soprattutto potendo spacciare una normale revisione - che può tranquillamente prevedere una riduzione della percentuale di invalidità civile precedentemente concessa - come la punizione e la revoca per un'indebita percentuale concessa ad un "falso invalido".

Ricordiamo che se una persona che ha una patologia non stabilizzata (per la quale nel primo accertamento di invalidità civile la Commissione aveva ritenuto giusto assegnare il 100%) esce con il 90% dal successivo accertamento di revisione (non di controllo!), non è una "falsa invalida" e, quindi, non è colpevole di alcun reato: le revisioni sono previste proprio perché alcune patologie variano nel tempo e nella gravità e, quindi, possono portare anche a dei miglioramenti clinici che implicano un abbassamento della percentuale di invalidità civile, pur non eliminano lo stato invalidante.

Leggi qui l'intera analisi di Carlo Giacobini (vai al sito Superando.it).


Data: 9/11/2012
Sezione: Focus » Archivio per argomento » Servizi e politiche socio-sanitarie
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